Vino e pane: perché no?

La domenica il cristiano è invitato a partecipare alla santa messa. Una celebrazione irrinunciabile per chi crede perché realizza, tra l’altro, una comunione straordinaria tra ciascuno di noi e la persona di Gesù. Questo grazie al mistero Eucaristico del Corpo e Sangue di nostro Signore che si realizza in ogni santa messa. Il pane-corpo di Cristo ed il vino-sangue di Cristo che viene consacrato e poi distribuito ai fedeli: esattamente come lo stesso Gesù aveva comandato di fare durante l’ultima cena.
Ciononostante la stragrande maggioranza dei sacerdoti amministrano la Comunione ai fedeli solo con l’ostia.

Alla fine di una di una di queste celebrazioni ho chiesto al sacerdote come mai non aveva distribuito anche il Vino. Lui mi ha risposto che era la stessa cosa. Io ho ribattuto chiedendogli come mai allora “lui non si era comunicato solo col pane”.
Io sono obbligato a bere anche il vino” mi ha risposto.
E’ vero, il celebrante è “obbligato” a comunicarsi col pane e col vino, altrimenti la celebrazione non sarebbe valida!
Se per lui è obbligatorio, perché per il popolo è opzionale? E quasi tutti i sacerdoti adottano questa forma “riassuntata”. A me sembra una discriminazione vera e propria. Anche se Gesù dice chiaramente che il sacerdozio è un servizio, non un privilegio. E mi sembra anche un tradimento delle parole di Gesù “Prendete e mangiatene… prendete e beventene tutti…”

Quante cose sbagliate siamo costretti a sopportare! E quanta superficialità: notate che al momento della presentazione dei doni quando il sacerdote innalza le specie eucaristizzate dicendo “Ecco l’Agnello di Dio che toglie i peccati del mondo“, la maggior parte innalza solo l’ostia “dimenticando” che anche il calice col sangue è l’Agnello di Dio, Gesù Cristo! E ancora. Benché sia specificato chiaramente nelle note, di distribuire le particole consacrate nella stessa Messa, assistiamo tutte le domeniche   il sacerdote che distribuisce le ostie consacrate in altre Messe e conservate nel tabernacolo. Cioè, noi offriamo la nostra vita in quel pane che viene consacrato, però poi ci cibiamo con le ostie consacrate in altre celebrazioni dove erano presenti altre persone.
Ma vi rendete conto che considerazione si ha dell’Eucarestia?
E il guaio è che noi fedeli lo accettiamo supinamente.
Secondo me vissuto così il Sacramento è completamente svilito. E il bello è che viene chiamato “il centro e il culmine della vita cristiana”.
E ci lamentiamo che la fede si sta perdendo! Ma se sono proprio i nostri sacerdoti, i nostri pastori ad esprimere tantissima superficialità proprio su punti fondamentali del vivere la spiritualità cristiana.
D’altro canto, quando sollevo la questione, tanti amici cristiani, sacerdoti e non, dicono che è vero ma…
Ma che cosa? Non c’è giustificazione che regga, si tratta solamente di una delle tante cose storte che la chiesa istituzionale ci costringe a subire e che noi cristiani supinamente accettiamo.
Gesù ci aveva messo in guardia contro questi abusi dell’autorità religiosa ma, a quanto pare, non è servito a niente.

Saverio Schirò

per saperne di più puoi leggere:
Fate questo in memoria di me
La comunione sotto le due specie

2 COMMENTI

  1. Dopo la Consacrazione, Cristo è UGUALMENTE presente sotto entrambe le specie Eucaristiche del pane e del vino.
    Comunicarsi all’una o all’altra è esattamente la stessa cosa. (CCC 1374-1375)

    La Comunione al calice si evita in quanto risulta meno pratica e per evitare il rischio di disperdere il Sangue del Signore.

    Come cattolici dobbiamo RISPETTARE il Magistero bimillenario della Chiesa anche quando alcune scelte ci appaiono ingiustificate, per la nostra superficialità.

    • Caro Luca, tu citi il catechismo e il “bimillenario Magistero della Chiesa”, io cito Gesù Cristo e il suo Vangelo: decidi tu chi rispettare. Io ho già deciso!
      Grazie per il commento.

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