Teoria del gender: omologazione di genere?

La teoria del gender è un’ideologia secondo la quale la dimensione sessuata umana non ha alcuna rilevanza ai fini della determinazione identitaria di una persona. In base a questo principio l’umanità non sarebbe più da intendersi come distinta tra uomini e donne, ma solo composta da individui in “genere”.
In altre parole si tratta di negare che le differenze tra uomo e donna esistano realmente, affermando invece che siano solo ideologie modificabili a seconda dei propri desideri: ogni essere umano non si identificherebbe più come  maschio o femmina  così da non precludersi la possibilità di “scegliere” in seguito cosa divenire, indipendentemente dalla propria dimensione naturale (scelta che per altro è previsto possa anche essere reversibile.)
Questo pensiero, che sfrutta il tentativo di “manipolare le menti”, apparentemente trova il suo fondamento nella lotta contro le discriminazioni di genere, l’intolleranza alle minoranze e l’omofobia.
Ma un conto è educare alla tolleranza, al rispetto verso il prossimo, al superamento delle differenze, un altro invece è cercare di insediare, fin da piccolini, nelle menti dei bambini una visione distorta della condizione umana dove ciò che conta non sarebbe più la reale natura dell’individuo, ma solo ciò che deciderà di essere nel corso della propria vita.
Ma quando la realtà tangibile contrasta palesemente con l’ideologia che si tenta di  diffondere, quando entrano in gioco gli interessi politici, il controllo della popolazione e soprattutto i finanziamenti provenienti dal Fondo Europeo per promuovere i programmi di formazione per la diffusione di tale convinzione, quale miglior luogo, se non la scuola può essere il mezzo per raggiungere il fine di creare degli stereotipi che standardizzano la società? Poco importa poi se questo risulta nettamente contrario con ciò che ogni genitore desidera trasmettere al proprio figlio.

famigliaEcco alcuni degli articoli che tutelano i diritti dei genitori nella formazione individuale dei propri figli:

L’art. 26 della Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo sancisce  il diritto di priorità dei genitori nella scelta del genere di istruzione da impartire ai loro figli; L’art. 30 della Costituzione Italiana riconosce ai genitori il dovere e il diritto a mantenere, istruire ed educare i propri figli; L’art. 14 della Convenzione sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza dell’UNICEF stabilisce che gli Stati membri debbano rispettare il diritto e il dovere dei genitori di guidare il fanciullo nell’esercizio della libertà di pensiero, di coscienza e di religione in maniera che corrisponda allo sviluppo delle sue capacità.

Se poi andiamo proprio alla religione, credo sia lecito affermare che davvero la nostra tolleranza cristiana non venga rispettata da queste nuove forme di colonizzazione della società che tentano di distruggere il concetto di famiglia, minacciano la dignità e la libertà di espressione dell’uomo, cercando di far passare per bigotteria ciò che è da sempre la condizione “naturale” della vita.
Il matrimonio per noi cristiani rappresenta realmente l’unico vero indissolubile legame tra uomo e donna, tutto questo però rischia di perdere il suo significato più profondo se poi ci viene negato il diritto di difendere l’educazione dei figli che Dio ci dona.
Personalmente se mi fermo a pensare ad un modello di famiglia, intesa come esempio di amore, di umiltà, di sacrificio e rispetto, chiaramente l’immagine più bella e completa che mi viene in mente è quella della Sacra Famiglia; se poi invece provo a scindere il mio pensiero da ciò che riguarda il cristianesimo, il risultato non cambia: solo l’unione tra un uomo e una donna può dare vita ad una famiglia.
Questo è solo un mio punto di vista che non ha minimamente intenzione di ledere l’opinione altrui; un mio pensiero che a parer di altri può anche risultare errato, che probabilmente può entrare in contrasto con il  pensiero di molti, ma che rappresenta comunque la libertà di pensiero e di espressione del singolo essere umano la cui identità e diversità in nessun modo deve essere limitata da alcuna  forma di moderna ideologia.

Tiziana D’Antoni

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