Quando è nato Gesù? Le origini del Natale

Quando è nato Gesù? Tutti risponderebbero “il 25 dicembre”, ovviamente senza specificare l’anno, che secondo il computo attuale sarebbe l’anno primo dell’era cristiana. Pochi sanno, invece, che questa data è assolutamente fittizia, o meglio, convenzionale: si è scelta tra tante date possibili, intorno al 330.

Te lo sei mai chiesto quando è nato Gesù? Non sei il solo.
Calcoli complicatissimi si sono fatti ed ancora si fanno per far coincidere il 25 dicembre col giorno della effettiva nascita di Gesù, ovviamente, lasciano il tempo che trovano. Basta pensare all’anacronismo stagionale riferito nel Vangeli di Luca quando afferma che i pastori erano fuori a custodire il gregge, cosa che evidentemente si può fare solo d’estate, col bel tempo.
I racconti dell’infanzia sono citati solo nel Vangelo di Matteo e Luca e sono aggiunte tardive: le “memorie” che si occupavano di Gesù, partivano dalla Pasqua ed a ritroso fino alla sua prima manifestazione pubblica col battesimo nel Giordano.
Dunque questi racconti hanno uno scopo prevalentemente teologico e non ne possiamo tenere conto dal punto di vista storico.

La chiesa primitiva, fino al IV secolo, conosceva solo una festa: la Pasqua annuale e quella settimanale celebrata ogni ottavo giorno, cioè la domenica.
La solennità della venuta di Gesù in mezzo agli uomini non è nata come la celebrazione di un anniversario ma come cristianizzazione di una festa pagana: il solstizio d’inverno, celebrato a Roma il 25 dicembre ed in Egitto il 6 gennaio.
Lo si deve a Costantino, intorno al 330, contemporaneamente alla costruzione della prima Basilica di San Pietro in Vaticano. L’idea era quella di operare un sincretismo fra la nuova religione cristiana e l’ultima resistenza della Roma pagana. Il 25 dicembre si celebrava la festa del Sole Invictus, Sole nascente, e quale occasione migliore era quella di assegnare al Natale di Gesù le prerogative della festa: Cristo sole di giustizia e luce del mondo?
Così, dopo avere decretato nel 321 la festività del primo giorno della settimana, giorno del sole e del Signore, la Domenica, Costantino promuove l’istituzione del Natale Christi favorendo l’incontro tra i due culti, cristiano e pagano, nella celebrazione annuale dello stesso giorno.
Operazione riuscita benissimo, infatti piano piano, nel corso dei secoli la celebrazione del Natale si è propagata in tutto il mondo cristiano ed ha coinvolto, almeno nello spirito, tutto il mondo occidentale.

Detto questo, resta del tutto ininfluente per il credente conoscere il giorno esatto della nascita del Signore, quello che conta è il fatto dell’Incarnazione, l’amore di Dio che si è fatto carne ed è venuto ad abitare in mezzo a noi. Questo conta e questo va ricordato e celebrato.
Purtroppo ultimamente sembra che l’aspetto teologico e liturgico stiano retrocedendo a favore del solo aspetto tradizionale: si celebra il Natale, si fanno feste e doni, ma non si celebra l’anniversario della nascita di Gesù. Sembra che il paganesimo si stia prendendo la sua rivincita… ma questa è un’altra storia.

Saverio Schirò

fonte: A.G. MARTIMORT, La chiesa in preghiera, IV, La liturgia e il tempo, Brescia 1984

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