Pregare con gli evangelici

Ciao Saverio,
Il motivo per cui ti scrivo questa sera, è perché vorrei parlarti di una cosa che mi è successa qualche giorno addietro e mi piacerebbe avere una tua opinione.
Ho conosciuto una ragazza di religione evangelica. Mi è sembrata una brava ragazza, già da subito mi ha dato una buona impressione.  Mi ha parlato della sua religione restando sorpresa del fatto che io la ascoltassi e non le impedissi di parlare come (mi ha detto lei) fanno invece molte persone nel momento in cui sanno che è di religione evangelica. Mi ha invitato ad incontri sulla Parola, ma io non sono mai andata. Finché ho deciso di andare all’incontro che si è tenuto presso la Chiesa evangelica. Lei era stata molto chiara con me, mi aveva detto che si trattava prevalentemente di un incontro di preghiera e così è stato. Però non immaginavo che… è proprio differente dalla mia idea di preghiera! In realtà non mi ci sono trovata per niente, però, non mi ha sconvolta, né stupita.
Per me la preghiera è intimità, è un cuore, che sia triste o felice ma che comunque sussurra e ascolta. Lì invece, era proprio una festa! E di quelle alla stragrande! D’impatto mi è sembrato tutto molto strano, ma alla fine ognuno è libero di pregare come vuole. Appena arrivata, mi hanno accolta tutti con gentilezza, biglietto giallo con un pensiero e poi una piccola pergamena con riportata una frase della Parola. Tutti con il sorriso, tutti gioiosi! Partecipavano tutti a tutto, ed al momento dei canti, che si svolgevano con un grande schermo stile karaoke, alcune persone si comportavano in maniera particolare: alcuni piangevano, di commozione credo; altri, a guardarli, erano come in uno stato di incoscienza, altri normali, cantavano allegramente e basta. Sono rimasta fino alla fine.
La ragazza che mi aveva invitato, quando mi ha vista è stata felice, mi ha abbracciata, si è commossa e mi ha detto che non immaginava che sarei andata. Mi chiede di seguirla e di pregare con lei. “Vuoi?” Le dico di sì, in fondo erano preghiere e Dio è uguale in tutte le religioni dice lei. Solo che ecco la cosa strana. Mi porta al centro, dove c’era il palco diciamo, a fianco ad una signora che aveva predicato il Vangelo. La signora mi guarda e mi dice che avevo tristezza negli occhi e doveva farmi una preghiera di liberazione. Inizia la preghiera con l’imposizione di una mano sulla mia testa, con l’altra teneva la mia. Alla fine mi dice che ero libera dal peccato e che da quel momento ero divenuta figlia di Dio.
Non mi sono opposta ma solo perché non ho dato tanto peso alla cosa: che cosa poteva su di me la signora? Nulla mi sono detta! Per cui ero tranquilla.
Ho raccontato questa cosa ad una mia amica. Mi ha spaventata! Mi ha detto che che in nessun caso devo permettere che mi vengano fatte preghiere, men che meno, che mi vengano imposte le mani perché è una cosa che solo il sacerdote può fare. Mi ha detto che, anche se avevo acconsentito per leggerezza, dovevo andarmi a confessare subito perché, magari la signora è una brava persona, ma che ci sono persone carismatiche che possono fare del male.
Allora ne ho parlato con un sacerdote il quale mi ha detto di non preoccuparmi che non era nulla o meglio…mi ha detto che questa cose le vedeva spesso nel tempo in cui faceva parte del Rinnovamento dello Spirito. Mi ha detto “hai fatto una cosa nuova, ora non farlo più, chiuso capitolo!”, spiegandomi poi dolcemente che queste cose è meglio evitarle perché può succedere di trovarsi in una situazione emotiva piuttosto fragile e di conseguenza ci si può trovare più esposti a certe cose. Infine mi ha detto “se vuoi la fai la confessione ma solo per precauzione e per tranquillità”. Dopo aver parlato con lui ero già più tranquilla. Sono andata in Chiesa lo stesso ma, nonostante alle 18:00 ci sarebbe stata la messa, le porte erano chiuse…

Ora mi sei venuto in mente tu, leggo tuoi articoli e so, più o meno, come la pensi. Mi piacerebbe conoscere il tuo pensiero a riguardo, anche per saperne qualcosa di più. Tante volte ho letto domande di questo genere sul sito, “l’imposizione delle mani” per esempio, è davvero così importante? È che valenza può avere su di noi se, in occasioni come questa, non ne diamo importanza? E poi…esistono davvero persone così tanto carismatiche?

Carissima Tiziana,
ti ringrazio per avere scritto e pensato a me per un consiglio. Sai, sono problemi a volte comuni di diffidenza e ignoranza che si stratifica nella nostra popolazione. Ricordo che da piccolo, quando vivevo in paese, i cosiddetti “evangelisti” erano guardati con sospetto, quasi come se potessero veicolare malefici o roba del genere. Devo constatare che ancora oggi la superstizione la fa da padrona anche tra le persone con una certa cultura, così come suppongo sia la tua amica.
Per quanto riguarda il tuo andare a questa adunanza sono del parere che non hai fatto assolutamente nulla di male, anzi hai pregato insieme ad altri fratelli. L’imposizione delle mani è un gesto assolutamente innocuo e può arrecare solo benedizioni. Che queste effettivamente servano o siano efficaci è tutto un altro discorso sul quale non mi pronunzio.
Il bene da qualunque parte venga è solo bene, così come ogni gesto d’amore. Lo si accetta si ricambia e si prosegue il cammino. Dunque non c’è alcun bisogno di confessione, perché non c’è stato alcun peccato. Forse sarebbe più logico che si confessasse chi esprime maldicenze. Ma l’ignoranza è perdonata per definizione (“perdona loro perché non sanno quel che fanno” aveva detto Gesù. “E dicono“, aggiungerei io).
Che poi la chiesa si possa appropriare del diritto di imporre le mani farebbe parte di uno stile piuttosto discutibile di esercizio di un potere, ma di fatto anche i partecipanti del Rinnovamento dello Spirito usano imporre le mani uno con l’altro, e sono cristiani cattolici, dunque…
Per cui stai tranquilla e se ti va continua a pregare, anche con gli evangelici se ti fa stare bene, con massimo rispetto per la loro fede e mantenendoti comunque salda nella fede che hai ricevuto col battesimo. Dio è uno solo, e questo è il punto fermo della nostra fede, che possa esprimersi ed essere cercato e rivelarsi anche in altre religioni chi potrebbe negarglielo? Il campanilismo di tutte le religioni, compreso la nostra è una visone purtroppo miope e limitativa della visione di Dio. Ma questa ovviamente è la mia opinione e la mia personale visione delle cose della fede.
Grazie della fiducia e torna a scrivere per ogni altro dubbio.

Saverio Schirò

4 COMMENTI

    • Una riflessione interessante, e mi trovi d’accordo, anche se detta così semplicisticamente non si capisce bene il senso.

  1. Carissimo Vittorio, accolgo le tue preoccupazioni, ma dalla mia esperienza posso dirti che di solito chi si orienta verso un’altra religione non frequentava abbastanza quella di origine e dunque meglio essere attivi e amorevoli verso Dio attraverso una religione diciamo “non perfetta” piuttosto che il nulla di una fede non vissuta. Poi faccio mia una considerazione di Gesù sollecitato a fare smettere di fare miracoli nel suo nome a coloro che non facevano parte del suo gruppo: “Chi non è contro di noi, è per noi” (Mc 3,39-40; Lc 9,49-50), cioè la comunità cristiana è importante, ma le vie del Signore per parlare al suo popolo sono infinite.

  2. Quello che lei ha scritto è vero, ma incompleto. Se le signora, senza un adeguato supporto, continua ad andare a quelle riunioni rischia di trascurare le nostre riunioni e potrebbe arrivare a mettere in dubbio alcune verità della nostra fede (valore della messa, presenza di Gesù nell’eucaristia, confessione….) e di privarsi degli aiuti che il Signore ci offre con questi mezzi.

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