La porta

A volte immagino di essere in una grande stanza insieme a tante persone. Ognuno è impegnato nelle sue attività: qualcuno fa qualche lavoretto, un altro gioca a carte, un altro è impegnato a conquistare una ragazza, qualche mamma si adopera ad accudire i propri figli. Insomma ognuno ha qualcosa da fare.
Di tanto in tanto si apre una porta e qualcuno dei presenti viene chiamato:
non può rifiutarsi, è inutile ribellarsi.
Deve solo andare.
La porta si chiude alle sue spalle e lui
sparisce nel buio.
A volte ci sentiamo disturbati se viene
chiamato il nostro compagno di giochi,
un amico o la persona che amiamo.
Altre volte non ci capacitiamo del perché
venga chiamato qualche persona giovane
o qualche bambino.
Poco tempo dopo ci dimentichiamo
di tutto e continuiamo ad occuparci
delle nostre faccende.
Prima o poi, però, quell’uscio si aprirà
e sarà pronunciato il nostro nome.
Lo sappiamo benissimo e tuttavia continuiamo a non interessarci abbastanza
di quello che ci aspetta una volta varcata quella soglia.
È pazzesco ma davvero così è la nostra vita:
sappiamo benissimo che un giorno essa avrà fine
e nonostante questa certezza rimaniamo impassibili
ad occuparci delle faccenducole del presente.

Siamo stupidi? Pazzi? O che altro?
Forse è il caso di cominciare a svegliarci!

Giuseppe Mancuso

LASCIA UN COMMENTO

Per Favore scrivi il tuo commento
Per favore inserisci il tuo nome