Pietro e le pietre

La parabola che non c’è

nonno pietroQuesta è una parabola che mi raccontava mio padre. Anche lui si chiamava Pietro e forse per questo la ricordava. Era credente a modo suo, come la gente semplice, i contadini che conoscono solo la terra e i sacrifici che si fanno  a coltivarla.
Mi diceva che l’aveva sentita dal suo papà, quando era ancora piccolo e d’altronde essendo rimasto solo molto presto deve essergli rimasta davvero impressa se la ricordava ancora quando era già anziano e la sua memoria cominciava  a vacillare.
Mio nonno era morto nel 1941 quando mio padre aveva appena 17 anni: dunque questa storiella è davvero antica.
Il fatto curioso è che egli pensava che la parabola fosse scritta nel Vangelo, invece non era vero.
Non esiste nulla del genere nelle sacre scritture, ma il racconto è così interessante che potrebbe tranquillamente meritarsi un posto nel libro sacro.

Gesù, insieme agli apostoli, aveva raggiunto un luogo per riposare in aperta campagna.
Allora chiese ai discepoli di raccogliere alcune pietre per costruirsi un riparo per la notte. E così fecero.
Pietro, furbamente, si limitava a cercare e trasportare pietre di piccole dimensioni.
Alla fine un riparo di fortuna venne costruito e tutti stanchi si adagiarono per riposarsi dalla fatica.
Solo che era ormai quasi sera e non avevano nulla da mangiare.
Gesù li chiamò intorno a sé e li invitò a prendere una delle pietre che avevano raccolto.
Anche questa volta Pietro prese il più piccolo tra i ciottoli che aveva portato.

Gesù alzò gli occhi al cielo, fece una benedizione e fra la sorpresa generale,
i sassi che avevano in mano divennero pane,
ciascuno secondo la propria misura.
Pietro si ritrovò in mano un minuscolo pezzo di pane e, come al solito, si lamentò davanti al Maestro:
“Come faccio a saziarmi con questo pezzetto di pane? Dì agli altri di dividere il loro pane con me!”
Gesù lo guardò e sorridendo rispose:
“Quando si trattava di lavorare, ti sei risparmiato preferendo le pietre piccole.
Adesso perché ti lamenti che la tua ricompensa è insufficiente?
Tanto quanto si è disposti a donare di sé, altrettanto si riceverà come ricompensa.”

Mio padre era un uomo semplice ma aveva capito benissimo che nella vita, specie nella sfera dell’amore, riceviamo tanto quanto siamo disposti a concedere di noi.
E tutto l’amore che nutriamo per noi stessi, che si chiama egoismo, alla fine ci lascerà solo con un pugno di sabbia tra le mani.

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