L’Eucarestia non è il premio per i buoni…

Tanti anni fa facevo volontariato al carcere minorile come catechista dei ragazzi che dovevano fare la prima comunione. Una esperienza che mi ha arricchito tantissimo perché mi apriva ad un mondo totalmente sconosciuto. Fu in quella occasione che per la prima volta compresi come dovrebbe essere intesa l’Eucarestia secondo ciò che Gesù ci ha lasciato con suo Vangelo.

Una domenica, durante la messa all’interno della struttura, eravamo in fila per ricevere la Comunione. Alla celebrazione avevano partecipato alcuni dei ragazzi che si stavano preparando alla loro prima comunione: quando erano abbondantemente adolescenti!
Ecco che nel momento cruciale alcuni di essi si erano messi in fila con gli altri, pur non avendo ancora celebrato il sacramento: erano omicidi, ladri e spacciatori. Imbarazzo e inquietudine tra di noi che avevamo visto la scena e non sapevamo cosa fare.
Una delle volontarie si avvicinò al celebrante e sottovoce lo informò di quello che stava accadendo.
Lui la guardò, guardò i ragazzi in fila e le rispose semplicemente che il suo compito era quello di distribuire la santa Comunione e non di giudicare nessuno. E diede le sante Specie a tutti.
Qualcuno avrebbe gridato allo scandalo, personalmente l’ho ammirato perché in quel momento ho pensato a come si sarebbe comportato Gesù nella medesima situazione ed ho capito che davvero l’Eucarestia non è il premio per i buoni… ma il sostentamento di chi vuole camminare nella fede.

Detta così sembra evidente, infatti poco prima della comunione diciamo la famosa frase parafrasata da quella del centurione del Vangelo di  Matteo: “Signore non sono degno di partecipare alla tua mensa…
Non siamo degni e tuttavia ci accostiamo al sacramento perché confidiamo nella misericordia e nell’accoglienza di nostro Signore. Come ladri di misericordia, vorrei dire.
D’altronde se scorriamo i Vangeli negli episodi che riportano direttamente o indirettamente alla Comunione con Gesù, notiamo che non si pongono limitazioni di alcun genere, “Prendete e mangiatene tutti” Oppure durante la moltiplicazione dei pani che è un segno eucaristico, si dice che Gesù ebbe compassione della folla che lo seguiva e li sfamò tutti.
E nel momento cruciale dell’ultima cena, Gesù che non ebbe alcun problema a donare il suo corpo ed il suo sangue anche a PIetro che l’avrebbe rinnegato da li a breve ed a Giuda che di fatto l’aveva già tradito.

Ovviamente i “cattolici laici della santa romana chiesa” saranno in totale disaccordo perché la dottrina secondo loro vale di più dell’amore e dell’accoglienza che sono i capisaldi del Vangelo, e purtroppo anche i sacerdoti lungimiranti sono ancora in pochi e i più non hanno il coraggio e l’apertura mentale di non fare discriminazioni di alcun genere nel momento della distribuzione della santa Eucarestia, preferendo imporre dei limiti ricordando che “bisogna essere nella condizione adatta” cioè confessati, altrimenti meglio astenersi.
Nella realtà dei fatti, i confessionali sono sempre più vuoti e i fedeli in fila per la Comunione sono sempre tanti.

Non conta se siamo peccatori, perché lo siamo tutti, conta la volontà di non distaccarci a nessun costo dall’amore misericordioso di Dio.

Saverio Schirò

1 COMMENTO

  1. Sono d’accordo con te Saverio. L’eucaristia non è un premio per i buoni ma qualcosa che accomuna tutti i cristiani e ti fa sentire in sintonia con nostro Signore

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