Lettera dal mondo di là

aldilFra le carte di una giovane donna, morta in un convento, è stato trovato un manoscritto sconvolgente: Lettera dal mondo di là.

Una lettera dal regno misterioso della morte. Una lettera giunta in circostanze oscure e conservata in una memoria scritta che potrete leggere per intero scaricando il documento alla fine dell’articolo.
Una lettera, scritta da una amica morta prematuramente, che inizia con una affermazione agghiacciante: NON PREGARE PER ME. SONO DANNATA.


Siamo nell’autunno del 1937, la donna che scrive, riceve una telefonata dalla madre, e apprende che la sua amica Annetta era morta in seguito ad un incidente automobilistico.
La notizia la spaventa alquanto. Sapeva che Annetta non era mai stata molto religiosa: era preparata, allorché Dio, così d’improvviso, l’aveva chiamata a sé?
L’indomani mattina partecipando alla Messa prega per lei, per la pace della sua anima e offre per questa intenzione anche la Comunione.
Ma quella stessa notte avviene qualcosa di sconvolgente: dopo una serie di rumori e fruscii e senso di inquietudine, trova davanti la porta della sua stanza un fascio di fogli da lettera.
Non c’era alcun dubbio, la scrittura era proprio quella di Annetta!
Col cuore e le mani tremanti si apparta e, seduta su una panca all’ombra di una fila di cipressi, comincia a leggere. Il primo rigo la fa sussultare raccapricciata:
«Clara, non pregare per me! Sono dannata!»

La lettera continua con la testimonianza lucida e terrificante dal mondo dove ormai Annetta ha preso dimora per sempre.Non sappiamo che valore dare a questo scritto, ciascuno giudichi da sé, tuttavia le parole contenute aiutano a riflettere sul significato del nostro vivere e soprattutto su quello che ci può attendere dopo la morte.

Una vita troppo spesso vissuta con una religiosità superficiale, convinti che alla fine la misericordia di Dio stenderà un velo pietoso sulla nostra indifferenza.
Una vita nella quale “pian piano ci creiamo un dio sufficientemente dotato da essere chiamato Dio ma lontano abbastanza da non dovere mantenere nessuna relazione con lui; così vago da somigliare ad una divinità panteistica del mondo, oppure da lasciarsi poetizzare come un dio solitario. Questo dio non ha nessun paradiso da regalare e nessun inferno da infliggere. Un dio da lasciare in pace a patto che anche lui ci lasci in pace.”

Troppo spesso è questo il dio a cui pensiamo di credere.

Non è un documento che può essere letto con indifferenza o semplice curiosità perché è così realistico e circostanziato che non possiamo fare a meno di rifletterci sopra. Parla della nostra vita, della nostra fede, del nostro modo di intendere la religione e le pratiche liturgiche.
Parla di Dio e dell’inferno.
Qualcuno magari sorriderà e non lo prenderà sul serio, considerandolo il frutto di una fede bigotta e semplicistica, carica di un terrorismo spirituale che mal si addice ai tempi moderni così tecnologici nei quali il senso di Dio si è annacquato in un angolo remoto della nostra coscienza.
Forse è davvero così, forse si tratta solo di fantasia…
E se invece fosse vero? Se questa testimonianza fosse autentica? Se davvero, per noncuranza rischiamo una condanna così terribile e irreparabile? La tentazione è quella di non pensarci, di cancellare questa ipotesi mentre conviene piuttosto rifletterci, e rifletterci per bene.

Leggete questa lettera e poi parliamone, già questo è un bene che può aiutarci.

Lettera dal mondo di là

3 COMMENTI

  1. Stamane, mi è capitata tra le mani una copia di questo libro, non lo conoscevo, ma sono stata attratta dal fatto che era una edizione originale del 1952.. Malgrado tutto lo ho strappato mi ha fatto uno strano effetto….

    • Perché lo hai strappato? Ma almeno lo hai letto? E’un testo abbastanza interessante, magari è solo un romanzo, comunque interroga e fa riflettere.
      Se vuoi, nel Sito esiste una versione digitale che puoi leggere.
      Ciao.

  2. Ho letto la lettera e ne sono rimasta molto colpita specie nell’affermazione: …non pregare per me, sono dannata.
    Mi sconvolge sentire ciò.
    Sono cresciuta con l’idea che la speranza non muore mai, c’è sempre speranza…
    non ho mai riflettuto che in questa occasione la speranza muore lasciando posto ad una sofferenza eterna, è sconvolgente sentire che una vita, seppur breve, trascorsa, come nella stragrandissima maggioranza delle persona conduca dritti dritti alla dannazione dalla quale non si può più tornare indietro, eppure basta poco dice:
    “pregare, è la cosa più facile che l’uomo possa fare sulla terra. E proprio questa cosa facilissima Dio ha legato la salvezza di ognuno. A chi prega con perseveranza Egli a poco a poco dà tanta luce, lo fortifica in maniera tale, che alla fine anche il peccatore più impantanato si può definitivamente rialzare, fosse pure ingolfato nella melma fino al collo…”
    Basta quindi poco: pregare con perseveranza.

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