La deriva integralista dei fedeli cattolici

Il 4 agosto, dopo un raduno della Chiesa Evangelica organizzata nella piazza principale del paese, veniva postata su facebook una foto con un commento del “devoto” e difensore emerito della fede cattolica.
Un raduno evangelico a piazza Padre Pio? Mi piacerebbe sapere chi ha dato tale autorizzazione? Perché non farla nel piazzale della Chiesa Sant’Atanasio? Penso che in paese ci siano tanti spazi per svolgere manifestazioni di questo tipo. Rimango dell’opinione che non tutto può essere tollerato. Mi sembra che si stiano perdendo i valori morali cristiani, questo ci porta ad una confusione e uno smarrimento del nostro credo
Naturalmente – colpa del mio carattere liberale e democratico? – non ho voluto fare lo struzzo e ho risposto al post. “Non ho capito dove stia il problema. La piazza è il luogo pubblico per eccellenza. Nella stessa piazza abbiamo assistito negli anni a comizi indecenti, ad atti vandalici e perfino a spaccio di droga e non vedo perché la stessa non possa essere utilizzata dagli evangelici.
A prescindere dall’intolleranza “poco evangelica” di Cesare (quella al glutine fa meno danni), voglio precisare che gli evangelici sono cristiani tanto e forse più di lui. Cesare dovrebbe definirsi cattolico estremista. Come chiamare uno che ritiene che “non tutto può essere tollerato” (la presenza degli evangelici a piazza padre Pio) e “che si stiamo perdendo i valori morali cristiani….(non capisco come la preghiera di un gruppo cristiano possa far perdere i valori ai cristiani di santa romana chiesa) “questo ci porta ad una confusione e uno smarrimento del nostro credo” (cattolico). Per avvalorare la sua tesi lo stesso precisava che sono stato il solo a non essermi indignato all’uscita della chiesa.
Intanto tengo a precisare che con me c’era mia moglie che, a dire il vero, non mi sembrava particolarmente scossa e per niente indignata e “smarrita”. Tengo a precisare inoltre che il sottoscritto non fa parte di un nessun gruppo ecclesiale, ne tanto meno del gruppo degli INDIGNATI. All’Augusto Cesare e a tutti i legionari di Cristo, difensori della purezza del cattolicesimo ricordo che non siamo nel Cile di Pinochet. Siamo in democrazia (malata) ma pur sempre in democrazia, quella dettata dalla costituzione che ci chiede di essere TOLLERANTI verso le altre razze e religioni. Mettiamo da parte gli insulti ricevuti, basta un solo esempio: “Non dovresti andare in chiesa perché hai una lingua biforcuta che meriterebbe di essere tagliata”. Talebani docent.
Sono del parere che questa brutta pagina doveva essere raccontata perché il presupposto per definire una Comunità “civile” passa inevitabilmente dal rispetto e la tolleranza che essa ha nei confronti di tutti i suoi cittadini, come cita l’art. 3 della costituzione.“Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale (…), senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.  Spiace che fra tutti i cattolici presenti del paese in rete, solo uno (per giunta di fuori!) si sia schierato apertamente e con le dovute argomentazioni contro questa forma di intolleranza. Mi chiedo dove fossero i cattolici “democratici” e “moderati”. Gli apprezzamenti sono arrivati per telefono dal Sindaco (subito dopo avere ricevuto una delegazione di evangelici) e dall’ex consigliere provinciale.  Fa specie quando questa intolleranza nasce dallo sbandieramento del proprio credo religioso, che può portare anche un devoto appartenente ad un gruppo ecclesiale a definire i protestanti “anticristo” o un sacerdote ad “invitare” i suoi fedeli a non presenziare a matrimoni di rito civile.
I devoti in questione si professano cattolici e ritengono che non c’è salvezza al di fuori della chiesa, mentre hanno perso di vista le parole del fondatore del cristianesimo – che mi sembra che grossomodo era tollerante verso tutti (anche verso le prostitute) – e dell’attuale Papa che addirittura affermava a proposito dei Gay (che non fanno dormire sonni tranquilli ai difensori della sacra famiglia): “Chi sono io per giudicare?”. Sorvoliamo (anzi no) sulle abitudine schizofreniche di qualche devoto che un giorno posta la foto del culo sodo di una FEMMINA (da dove si desume quale sia il suo concetto di donna, che sicuramente non è quello descritto da Giovanni Paolo II° in Mulieris Dignitatem) e più avanti, dopo avere appoggiato le tesi dell’Augusto diventa estremo difensore dei valori cattolici postando foto di Papa Francesco, senza perdere di vista (naturalmente) il suo motto: “Viva la figa e viva Berlusconi”, con l’arrogante preconcetto che chi non si esprime in questo modo è un frocio comunista e non ama le fattezze del gentil sesso. Assurdo! Come è cambiato il paradigma della storia sessuale del nostro paese! Prima della discesa in campo dell’unto(re) quelli di sinistra erano etichettati “libertini” e quindi dediti alla pratica del sesso libero (rapporti prematrimoniali), mentre molti poveri devoti democristiani e missini erano costretti, alla “chetichella” e di nascosto, a frequentare le case chiuse, pur di salvaguardare la verginità delle loro fidanzate. Dal 94 un “vitellone” (utilizzatore finale), al grido di Forza Italia, e con la complicità del “ce l’ho duro” di bossiana memoria ha sdoganato gli ormoni del popolo di destra (quasi tutto cattolico) che pur di giustificare il “padrone” ritiene che quelli di sinistra siano invidiosi e frustrati puritani.

 Giuseppe Compagno

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