Il diacono Filippo, l’evangelista

Filippo diaconoFilippo? Sì, ma non Filippo di Betsaida, l’apostolo, amico di Andrea e di Simon Pietro, ma Filippo il Greco, uno dei Sette Diaconi, “uomini di buona reputazione”scelti dalla comunità per il servizio dei bisognosi provenienti dall’ellenismo e consacrati dagli Apostoli con l’imposizione delle mani.
Dopo la morte per lapidazione di Stefano, diacono pieno di fede e di Spirito Santo, la comunità dei discepoli cerca riparo nella Samaria, dove comincia a diffondere il Vangelo di Gesù Cristo, suscitando una straordinaria risposta da parte dei samaritani che accoglievano la fede e si facevano battezzare. A guidare il gruppo di questi discepoli c’è il diacono Filippo, la cui predicazione suscita un entusiasmo straordinario tra le popolazioni della Samaria.
Il libro degli Atti degli Apostoli lo chiama “l’Evangelista”, per mettere in evidenza la straordinaria capacità di evangelizzazione, di cui lo Spirito lo aveva rivestito, e per opera del quale si forma la prima comunità cristiana fuori della Giudea.
In Filippo si manifestano subito i segni della missione compiuta: alla potenza della sua predicazione molti si sentono toccare il cuore e aderiscono alle fede, ed inoltre numerosi miracoli e prodigi accompagnano la sua parola. Infatti molti indemoniati vengono liberati dagli spiriti immondi che ora escono via emettendo alte grida e numerosi paralitici e storpi vengono risanati. Così una grande gioia percorre le vie della città dove vengono raccontati questi fatti. La notizia raggiunge pure un certo Simone, conosciuto tra la popolazione di Samaria per le sue arti magiche, per cui attirava a sé molti, convinti che in lui agisse la grande potenza di Dio stesso. Ma quando si cominciarono a divulgare i prodigi compiuti da Filippo, la folla si rivolse a lui e cominciò a dare ascolto alla parola di Dio, credendo in Cristo Gesù e facendosi battezzare.
Così avvenne che anche il mago Simone cominciò a seguire Filippo e chiese di essere battezzato, non staccandosi più da lui. Ma il suo cuore era ancora legato alla magia, tanto che pensava di poter carpire qualche particolare segreto, stando ad osservare Filippo e rimanendo fortemente stupito per i prodigi che egli compiva. La notizia delle conversioni che avvenivano nella Samaria arrivò a Gerusalemme, e i fratelli mandarono Pietro e Giovanni per rendersi conto di persona di quello che avveniva. La loro gioia fu grande nel costatare come la Samaria aveva accolto la parola di Dio. Essi allora pregarono sui credenti, imponendo le mani si di loro, ed essi ricevettero lo Spirito Santo. A questo punto Simone il mago non seppe resistere più e chiese apertamente a Pietro di conferirgli questo potere, offrendogli una cospicua somma di denaro. Pietro lo rimproverò duramente mandando a quel paese lui ed il suo denaro, perchè aveva osato pensare di acquistare con denaro il dono di Dio. Solo dopo questo rimprovero, e impaurito da possibili conseguenze, Simone si pente e chiede che Pietro preghi per lui.

            Gli apostoli ritornano a Gerusalemme con il cuore colmo di consolazione, mentre in Samaria il diacono Filippo continua la sua opera, guidato dallo Spirito di Dio. Ancora una volta il Signore si serve di lui in modo straordinario. Un Angelo del Signore infatti gli appare e gli parla, comandandogli di mettersi subito in cammino per andare sulla strada che da Gerusalemme conduce verso Gaza. Egli si  alza e si mette subito in cammino.
Intanto per quella strada veniva, viaggiando su un carro, un alto funzionario della regina di Etiopia, Candace, il quale si era recato a Gerusalemme per il culto ed ora se ne tornava verso casa,  leggendo lungo la strada il profeta Isaia. Lo Spirito suggerisce a Filippo di affrettare il passo per raggiungere il carro, e così ode che quell’etiope sta leggendo il profeta Isaia.
Si accosta ancora e gli chiede se comprende quello che sta leggendo. Con grande semplicità ed umiltà il funzionario gli risponde: “Come posso comprendere, se nessuno me lo spiega?“, e lo invita a salire sul carro e a sedere accanto a lui. Così gli mostra il brano che stava per leggere, dove si parlava del Servo di Javèh, che “come pecora viene condotta al macello“. Quindi chiede a Filippo di spiegargli di chi sta parlando il profeta.
Partendo da quel passo della Scrittura, Filippo gli annuncia la buona novella di Gesù, che tocca profondamente il cuore di quell’uomo. Mentre proseguono il cammino, ad un certo  punto giungono verso un luogo dove scorreva dell’acqua. Allora il funzionario gli rivolge con emozione una domanda che si era fatta strada con forza dentro di lui: “Ecco, qui c’è dell’acqua; cosa impedisce che io possa essere battezzato?“. Ferma il carro e tutti e due scendono nell’acqua dove Filippo battezza l’eunuco, ministro di Candace.
Il compito di Filippo è compiuto. Una nuova porta per l’evangelizzazione si è aperta. Filippo viene rapito dallo Spirito e scompare dalla vista dell’uomo, il quale prosegue il viaggio pieno di gioia per quello che Dio aveva compiuto in suo favore.
Filippo intanto si viene a trovare in Azoto, e comprende che è il Signore che gli sta aprendo una nuova via per l’evangelizzazione. Così comincia da quella città a predicare il Vangelo, e da lì prosegue il suo cammino predicando in tutte le città il Vangelo di Cristo Gesù, fino a giungere a Cesarea, dove c’è la sua casa. Filippo non vive da solo. Con lui vivono quattro figlie nubili, che esercitano il dono della profezia, riconosciuto dalla comunità, e che per questo motivo si sono consacrate a Dio, collaborando anch’esse, con il loro carisma,  nell’opera di evangelizzazione.
Il profeta, infatti, nel nuovo testamento, è un proclamatore della Parola di Dio, uomo o donna che sia, e, come ci insegna l’Apostolo Paolo, il profeta “parla agli uomini per la loro edificazione, esortazione e conforto”. Chi profetizza infatti edifica l’assemblea, annunciando la parola che lo Spirito di Dio mette nelle sue labbra. Il diacono Filippo ha la gioia di essere sostenuto nella missione da queste quattro figlie piene del carisma di profezia, che hanno deciso di dedicare la loro vita al servizio di Dio. Nella loro casa si ferma Paolo, di ritorno a Gerusalemme dopo il suo secondo viaggio apostolico e rimane ospite alcune giorni. Il libro degli Atti non ci da altre notizie e ci lascia appunto con questa immagine di Filippo, evangelista missionario, che, aiutato dalla sue figlie, continua a predicare il vangelo di Gesù.

Giuseppe Licciardi

* Le notizie riguardo al diacono Filippo, l’evangelista si trovano nel libro degli Atti degli Apostoli, 6, 5-6; 8, 5-40; 21, 8-9.

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