E se noi cattolici ci emancipassimo dal Vecchio testamento?

Ogni volta che ascolto le letture domenicali mi chiedo perché non riusciamo ad emanciparci dal Vecchio Testamento. Naturalmente sappiamo che per consolidata tradizione teologica si afferma che il Nuovo Testamento è il completamento del Vecchio Testamento, che il Nuovo non può essere compreso se non attraverso il Vecchio. Ma è del tutto evidente che il Dio che emerge dal Vecchio non ha niente a che spartire con quello testimoniato da Gesù nel vangelo.
Questo legame con la tradizione veterotestamentaria ha esposto e continua ad esporre il cristianesimo alle critiche dei suoi detrattori che –  a ragion veduta e per giustificare alcuni passi coranici – imputano al Dio di Abramo e Mosè l’uso e l’utilizzo della forza e della violenza, alla stessa stregua di quello Islamico.
Un Dio che brucia degli uomini solo per avere eseguito un atto di culto illecito (Levitico 10,2), o che aiuta, approva e incoraggia gli israeliti a fare una carneficina di 25000 uomini tagliati a pezzi (Giudici 20, 35); mi chiedo cosa ha in comune con l’amore di Dio che traspare dal Vangelo. Ma di brani simili è pieno il Vecchio Testamento.
La lettura del Vecchio Testamento può portare un fedele ad affermare che “la violenza, Dio l’ha usata ma non contemplata”. Un modo per dire che  la violenza  non era nel suo programma ma che è stato costretto,  per necessità, ad esercitarla.  In realtà nemmeno il più devoto tra i cristiani è convinto di questa tesi.  Ma poiché è stato convinto che il Dio del Vecchio Testamento è lo stesso del Nuovo e poiché crede che tutto ciò che è scritto nella Bibbia è vero, non può fare a meno che accettare l’idea della presenza di un Dio prima geloso, irascibile e dispotico che alla fine si convince che l’amore è l’unica strada percorribile.
Cosa c’è di più asimmetrico e inconciliabile fra il Dio “dell’occhio per occhio” e quello dell’amore verso i nemici? Quindi per quale motivo dovremmo continuare a sottometterci alla legge mosaica? Visto che ci riteniamo cristiani perché non facciamo affidamento solo al Nuovo Testamento? Pensate che gli inquisitori per accanirsi contro le loro vittime abbiano preso a pretesto qualche passo del vangelo? O vi abbia fatto riferimento l’allora Presidente americano Bush quando decise di bombardare l’Iraq, definendo l’attacco come una sorta di lotta fra il bene (l’America) e il Male (i nemici dell’America)?  Quanti anni dovettero passare prima che la Chiesa cattolica rinunciasse a punire l’eresia con il ferro e con il fuoco? Quanti libri di teologia si sono scritti nel tentativo di legare il Vecchio Testamento al Nuovo? Quanti tentativi di far combaciare alcuni versetti evangelici ad altri del vecchio testamento col solo scopo di rendere logica e lineare la storia della salvezza?  Cosa hanno da spartire i versetti del Levitico e dei Giudici  di cui sopra con l’amore incondizionato che trasuda dalle parole di Gesù?
Credo che alla fine solo se riusciremo ad emanciparci dall’antico testamento affidandoci solamente al vangelo e al nuovo testamento potremo  affermare di essere praticanti e testimoni di una religione (il cristianesimo)  nata da un Dio di pace che per amore si è incarnato ed ha  condiviso con l’uomo la sua umanità.
Naturalmente il mio, più che essere un auspicio irrealizzabile, vuole essere una provocazione, un’esortazione a cibarsi più dei versi del vangelo che di quelli dell’Antico Testamento (al netto di pagine bellissime contenute nello stesso).

Giuseppe Compagno  agosto 2017

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