Divorziati e risposati, perché no e quando sì alla Comunione

Roberto

Salve, avrei bisogno di alcuni chiarimenti/riflessioni riguardo ad un problema sul quale sto riflettendo da un pò di tempo e che mi attanaglia non poco la mente… (sono un cattolico single e praticante).

Mia cugina (cattolica praticante, che va in chiesa regolarmente tutte le domeniche e che sino a poco tempo fa si confessava e faceva la comunione) è separata in attesa di divorzio da circa 4 anni. Si è sposata in chiesa. Conoscendo molto bene la situazione che l’ha portata alla separazione posso tranquillamente affermare che “la causa del misfatto” è da ripartire al 50% con l’ex marito (non credente).
Da poco tempo, ha intrapreso una nuova relazione con un uomo celibe (che ha alle spalle due convivenze, per cui presumo sia non credente/non praticante….). Per ora, si vedono per lo più nei fine settimana quando lei va a dormire a casa sua (lui vive solo) Anche se qualcuno diceva che a pensare male si fa peccato, ma a volte si ci azzecca… presumo che qualche volta abbiano anche rapporti sessuali (e data l’età relativamente giovane di entrambi, lei ha 43 anni) penso sinceramente che facciano uso di anticoncezionali….
La mia domanda è questa: premesso che il giudizio sulle coscienze lo può dare soltanto Dio ed io non mi permetto nè di darlo nè di chiederlo, però vorrei un Suo giudizio possibilmente obiettivo sulla morale cattolica relativa alla situazione descritta che serva da orientamento a tanti cattolici che come me cominciano ad essere un pò confusi, anche perchè il caso che io ho rilevato, è ormai all’ordine del giorno nella ns. Società con un espansione impressionante…..anche perchè la chiesa cattolica secondo il sottoscritto, continua inspiegabilmente a latitare ed a non prendere serie decisioni in merito al problema. Concludendo: questi soggetti, vivono in una situazione di peccato grave o no?
Grazie
Carissimo Roberto, ti ringrazio per questa tua domanda/riflessione. Tu hai dato già un giudizio a questo comportamento ed hai ragione da vendere quando affermi che la Chiesa su questi argomenti latita clamorosamente. Lo fa perché la morale cattolica nel corso degli ultimi 50 anni si è allontanata decisamente dalla prassi della vita e schierarsi ostinatamente a modelli ormai antiquati di morale sessuale e sociale la porterebbe automaticamente fuori da ogni tipo di dialogo. 
Qui si tratta di trovare risposte soddisfacenti per quello che riguardano temi fondamentali come la morale sessuale, matrimoniale e sociale, anche per quello che riguarda la liceità o meno dell’uso degli anticoncezionali all’interno delle coppie (anche regolarmente sposate). Io, da laico e sposato, padre di 3 figli ed inserito pienamente nel contesto sociale di questo secolo, devo confessarti che ho una visione piuttosto differente da quella che viene sbandierata ( e mai applicata) nelle rare discussioni che si sentono all’interno delle mura della nostra chiesa. Sto preparando un articolo proprio su questo argomento, non farà chiarezza probabilmente ma spero che apra un po’ di più le coscienze degli uomini e allarghi gli orizzonti dei moralisti cattolici. Una cosa qui posso e voglio dire, dopotutto l’hai citata proprio tu: La chiesa ha l’obbligo (insisto, l’obbligo) di dare le indicazioni morali, in modo preciso e chiaro e inequivocabile; tuttavia l’applicazione va guardata alla luce dei casi particolari, cioè della vita vera e concreta delle persone e il giudizio spetta esclusivamente alle coscienze e di conseguenza a Dio. Aggiungo, ovviamente, alle coscienze formate alla luce di Gesù Cristo e del suo Vangelo.
Grazie mille della risposta obiettiva, chiara ed esauriente. Aspetto volentieri l’articolo che stai preparando…..
Mia moglie è divorziata, abbiamo fatto un matrimonio civile 40 anni fa,vorrei sapere perché non e possibile ricevere la comunione?
La domenica quando ci e possibile a causa del lavoro andiamo a messa, non ricevendo la comunione e nel caso di altre coppie nella mia medesima condizione, questa situazione non fa altro che allontanarci dalla chiesa.
qual’e il motivo di tutto questo?
Carissimo Luigi, i motivi ufficiali che chiedi sono spiegati nella intervista a monsignor Zanetti: “Il matrimonio religioso è una realtà incancellabile… Chi avvia una nuova unione contraddice con la sua scelta quanto indicato dal Signore e quindi si pone in una condizione oggettiva cosiddetta irregolare. Ed è proprio questa condizione irregolare che non pone i presupposti sufficienti per accedere ai sacramenti. Ciò però non significa emettere un giudizio sulle coscienze, dove solo Dio vede. Inoltre, il fatto di non poter accedere ai sacramenti non è assolutamente un indice di esclusione dalla vita della Chiesa; anche i divorziati risposati possono continuare a fare cammini di fede che li rendano partecipi e attivi nella comunità ecclesiale”.
Le regole non le facciamo noi, ma la coscienza è nostra e dunque ci regoliamo di conseguenza. Come dicevo all’altro lettore sto preparando un articolo riguardante la morale familiare che spero chiarisca alcuni punti essenziali e, per quanto irrisoria, illustri la mia personale posizione.
Grazie per averci visitato
Gentile signor Schirò le espongo la mia situazione: sono sposata civilmente con mio marito divorziato dopo matrimonio religioso in quanto la ex moglie ha lasciato lui e il figlio per un altro uomo. Mio marito è persona rettissima e ha cercato di mantenere con la madre di suo figlio un rapporto civile e di collaborazione nonostante lei, una volta accortasi dell’enorme sbaglio commesso e trovandosi in difficoltà, lo abbia coperto di infamie ammettendo successivamente di averlo fatto per salvare la sua reputazione agli occhi della gente. Detto questo: il rapporto con mio marito è la cosa più bella e più pura che io abbia mai vissuto ma, agli occhi della chiesa, noi viviamo nel peccato. La domanda è: se la ex moglie dovesse morire rendendolo, per la chiesa, vedovo, noi potremmo a cuor leggero contrarre matrimonio religioso? Non le sembra un po’ ipocrita?
Carissima Damiana, sono profondamente vicino ai tuoi, anzi vostri problemi e detto tra noi, secondo me siete perfettamente graditi agli occhi del Signore che vede dentro i cuori. Detto questo, l’essere cristiano cattolico include l’accettazione delle regole che la nostra Chiesa ci propone, fermo restando che alla fin fine dobbiamo agire secondo coscienza. La regola è semplice e a volte crudele: il matrimonio cattolico è indissolubile. Non c’è altro da aggiungere, ci piaccia o no. Per questo se uno dei coniugi dovesse morire (e non lo auguriamo a nessuno per nessuna ragione!!) allora non c’è più matrimonio e l’altro coniuge è libero. Secondo me il regolarizzare la propria posizione all’interno della chiesa non è mai un segno di ipocrisia, piuttosto un atto d’amore per quella che in ogni caso rappresenta la comunità dei credenti e dunque la famiglia di Dio istituita.
Grazie per avermi scritto e condiviso la tua situazione… auguri di cuore.
Grazie di cuore per la celere e accorata risposta. Rifletterò sulle sue parole. Ovviamente non auguro la morte a nessuno anzi, da un po’ di tempo dedico spazio nelle mie preghiere anche a chi ha fatto del male a me o ai miei cari affinché ne prenda coscienza e si penta col cuore per la sua salvezza. Sono davvero convinta che Dio sia l’unico a poter giudicare la nostra coscienza.
Salve vorrei fare una domanda chiarimento.
Mia sorella ha avuto una relazione sentimentale con un uomo che a sua volta aveva già avuto due relazioni avendo anche dei figli. Mia sorella e questo uomo sono stati insieme per un periodo, poi lei è rimasta incinta e dopo pochi mesi si son lasciati: ora ho una bellissima nipotina che certo non ha colpa di nulla…
Mia sorella adesso si dedica alla sua bambina e non ha relazioni sentimentali con nessuno. Può accedere ai sacramenti? Sa, è stata lei a comunicarmi sin da piccola la fede e l’amore per Gesù. e mi dispiace tanto vederla cosi. Grazie. distinti saluti
Cara Giulia, da quello che mi dici, nulla impedisce a tua sorella di accedere ai sacramenti. Naturalmente, così come ci invita la Chiesa, dopo una confessione sacramentale. La condizione di peccato che evidentemente lei viveva al momento in cui frequentava l’uomo sposato, è cessata con la fine della relazione.
Il pentimento e la confessione dello stato di peccato ci rinnova totalmente agli occhi di Dio.
Auguri anche per la bambina.
Grazie di cuore Sig Saverio un caro ricordo nella preghiera. Saluti
ho una domanda, che fanno a me , ma alla quale non so rispondere
Perché un prete che si toglie la veste e si risposa può fare la comunione? Non ha lo stesso valore del matrimonio che si rompe con il divorzio?
Grazie.
Cara Raffaella, solo in teoria. Il sacerdozio non è equiparabile al matrimonio. Il celibato dei preti è una scelta ecclesiastica e non un “comando” evangelico, del resto nei primi secoli essi potevano essere sposati (e anche oggi i sacerdoti di rito ortodosso). Per cui se domani il Magistero della Chiesa decidesse di cambiare, si potrebbe facilmente rinunciare all’obbligo del celibato. Alla luce di queste disposizioni, il prete che si “spoglia” può ricevere la dispensa e dunque sposarsi. Per quanto riguarda il matrimonio, piaccia o non piaccia, per adesso nessuno lo può sciogliere. Speriamo che questa severità che non guarda alle singole situazioni possa essere presto riveduta.
Grazie per avere scritto.

53 COMMENTI

  1. Dopo anni di violenze verbali, mortificazioni, insulti davanti ai figli e, ancora, promesse mai mantenute, ho incontrato una donna che ha subito lo stesso trattamento per circa lo stesso periodo.
    Per i rispettivi coniugi contava/conta l’apparire e, al di fuori delle mura domestiche, esigono l’apparire perfetti, da “mulino bianco”… nonostante anche i vicini di quartiere sentano più volte le urla domestiche dei rispettivi.
    Tanto per fare un esempio ogni festa sacramentale dei figli doveva/deve necessariamente essere il podio dell’apparire altrimenti non era da fare.
    Il ricatto, l’offesa, imposizione e, perché no, al bisogno anche l’autocommiserazione o atri strumenti coercitivi; insomma una vita coniugale impostata in questo modo e a nulla sono valsi i principi messi in pratica della pazienza, comprensione, perdono, tolleranza; tutt’altro: utilizzati per prendere sempre più potere.
    Il bisogno d’amore e comprensione…e le confessioni reciproche tra me e l’altra donna ci hanno aperto la possibilità di riprendere a sognare una vita normale; un sogno interrotto perché scoperti da uno dei rispettivi.

    Stiamo cercando di ricomporci, non perché travolti da una stagione di passione, ma semplicemente perché avevamo trovato comprensione, attaccamento e stesso modo di porsi alla vita e la speranza…e soprattutto un sentimento forte.
    Oggi come ieri trovo amore nei figli e nella Comunione; quest’ultima sarebbero venuta meno in caso di divorzio.
    Mi sento in trappola e uno dei deterrenti forti a non separarmi/divorziare da mia moglie e anche essere cosciente di non poter fare la Comunione. Sono in sofferenza.
    I miei sono sentimenti di rassegnazione e vivo alimentando la fede.
    Mia moglie ha solo manifeste rappresentazioni di possesso del partner.
    L’altra donna vive nella mia stessa condizione.

  2. Buongiorno. Dopo una vita di umiliazioni e tradimenti inferti da mio padre, mia mamma ha acconsentito a concedergli il divorzio. Successivamente ha vissuto nella più assoluta castità e non ha mai frequentato alcun uomo. Può accedere all’Eucarestia?

    • Naturalmente, Alessandro, la mamma può accedere all’Eucarestia. Il divorzio civile non è motivo di esclusione dai sacramenti a patto, come sostieni, di rispettare la castità.

  3. Buongiorno, vorrei porre la mia domanda: a quanto pare non posso avere una donna e ricevere la Santa Comunione essendo separato e divorziato? Se convivo non posso ricevere la Comunione , se non convivo ognuno a casa propria (ma cè intimita’ lo stesso) non posso riceverla lo stesso? Scusate la mia domanda diretta è per spiegarmi meglio; forse mi sbaglio io ma non concepisco l astinenza sessuale se cè una coppia. Grazie in anticipo per la risposta.

    • Caro Marco, ci piaccia a no, le cose stanno esattamente come affermi. La fede cristiana non concepisce i rapporti sessuali al di fuori del matrimonio. I divorziati e conviventi restano legati al vincolo matrimoniale, dunque oltre ad essere considerati in peccato se consumano rapporti sessuali al di fuori del loro matrimonio, commettono anche peccato di adulterio contro il coniuge separato. Che io personalmente sia d’accordo o meno conta ben poco. Conta di più il rapporto con la propria coscienza.

  4. Buonasera
    Con ultimo sinodo si è avuto apertura per le coppie divirziate/risposate, dando loro la possibilità attraverso il discernimento di accedere al sacramento della comunione
    Ma come per le coppie divorziate che convivono? Possibile che non ci sono indicazioni per le tante coppie che vivono in questa dimensione ?
    Ringraziando anticipatamente
    Cordialmente

    • Cara Tiziana, il cammino di revisione e riflessione su questo argomento è ancora lunghissimo e l’apertura di cui si parla è solo teorica.
      In ogni modo, coppie divorziate/risposate e coppie divorziate/conviventi, in coscienza cambia ben poco. Se non vogliamo essere ipocriti la situazione è la stessa.
      Ovviamente qualcuno farà il processo alle intenzioni, ma dentro il cuore chi può entrarci? Parlane col tuo confessore, e poi segui la tua coscienza.

  5. Buongiono

    sono innamorato di una donna divorziata e da lei ricambiato . Lei molto credente non vuole commettere adulterio e nonostante ci sia un sentimento nobile e sani principi che ci legano, temo che questa sua rigidità ci possa allontanare. Ho letto che il prossimo sinodo il Papa darà un apertura alle coppie divorziate/risposate, ma questa donna non vuole affrontare altri tribunali e spese contingenti.
    Esiste nella misericordia di ns. Signore una formula che possa scioglierla da questo vincolo ?
    Premesso che il ex-marito l’ha tradita ed ora convive con altra donna (quindi rientra tra le casistiche contemplate dal Papa per sciogliere rendere nullo i matrimonio)
    Grazie in anticipo per la Vs considerazione

    • Caro Massimo, capisco il disagio e il disappunto che stai vivendo ma a tutt’ora non sembrano esserci spiragli legali per poter avviare una causa di annullamento, che deve prevedere un “vizio di forma” dimostrabile che rendeva invalido il sacramento fin dal principio. Il papa giustamente sta pressando per rivedere tutta la legislazione in merito e penso che dovrebbe orientarsi verso una apertura maggiore alle coppie in queste situazioni con più possibilità di accesso ai sacramenti.
      In ogni modo nelle ultime uscite papa Francesco ha preteso che i processi per le cause di annullamento siano più rapidi e gratuiti. Se così sarà, ognuno potrà verificare più facilmente la propria posizione.
      Auguri e perseverate nell’amore.

  6. Forse non hai interpretato bene quello che ho scritto Non ho mai lasciato la chiesa a messa ci vado quasi tutti i giorni anche quando lavoro all estero la domenica cerco sempre di andare in chiesa e nel confessionale mi caccio sempre anche se non prendo la assoluzione ma le benedizioni fanno sempre bene, io ho detto pentito nel senso di non dover più prendere i sacramenti.

    • Molto bene, Francesco. Continua così, allora. Tornare indietro senza far del male a qualcuno è molto difficile, ma questo lo sai anche tu, suppongo.

  7. Salve sono francesco 56 anni Io invece nonostante ho subito una brutta separazione e perso tutto, passo 3 anni nella solitudine e rimango ancora x un po nel rinnovamento dello spirito, ma poi succede che… insomma oggi convivo con una separata con 2 figli maggiorenni una mia amica di gioventù, non cerco scuse io mi sento come messo alla prova, ci sono cascato come un pollo, conosco bene la sacra scrittura il signore me ne ha fatto un dono, insomma è cosi il vangelo parla chiaro, anche nel antico testamento si viene avvertiti, perché tutto già successo, e io sono un peccatore tra i peggiori, non posso più accostarmi ai sacramenti, ne soffro non sono felice, anche se mi sono rifatto una vita e mia figlia è soddisfatta di veder suo papà che si è tirato su; convivo con una donna splendida e ci vogliamo un sacco di bene. Ma aver perso la comunione mi fa sentir una nullita sono pentito strapentito ci sono cascato ma non si può tornar indietro a rimediare cosa faccio?

    • Ciao Francesco. Ti vedo in gran confusione: sei felice di esserti rifatto una vita, con una donna splendida, dici. Però che sei strapentito e ci sei cascato.
      Ma cascato in cosa? Tornare indietro si può, abbandonando questa relazione, o cambiando la modalità di viverla. Ma davvero lo vuoi? E poi queste scelte si fanno in due, l’altra non è solo un oggetto di desiderio, di piacere o di compagnia. La prima cosa che farei è tornare dentro la chiesa, con o senza sacramenti, e ritornare al gruppo che mi ha aiutato nella fede. Auguri.

  8. Anch’io vorrei dei chiarimenti frequento da quasi un anno oikos e vari cammini sono separata e convivo con un compagno adesso vedovo insieme abbiamo una bambina e siamo innamorati sentiamo la necessità di fare la comunione ma non possiamo è sbagliato ti senti escluso incompleto ci insegnate che nulla è x caso è che i bambini sono grazie di Dio allora chi abbiamo ucciso? l’amore in tutte le sue forme è amore, i matrimoni andati male sono disgrazie perché se già abbiamo patito sofferenza dovete privarci del corpo di cristo che ci fa rinascere? Rispondetemi grazie e provate a mettervi nei nostri panni..

    • Cara Ale, capisco il tuo rammarico. Non c’è niente da chiarire più che quello che è già chiaro per la dottrina ecclesiastica: il sacramento del matrimonio è per sempre, finché morte non vi separi è stato dichiarato nel momento in cui si celebrava e quando ognuno di noi ha detto sì. Una condizione ed una promessa alla quale abbiamo aderito liberamente e, secondo la fede cristiana cattolica, Dio stesso ha suggellato col sacramento. Questa è la nostra fede, senza sconti e scuse e ripieghi del dopo. Questo hai promesso davanti alla comunità, ai testimoni e a Dio. E hai pure firmato. Se poi non c’era piena consapevolezza, se ti eri sbagliata sull’uomo scelto, se questi si è comportato diversamente da come ti aspettavi, se l’amore era falso e adesso è finito, se… In tutto questo la chiesa non può entrarci a livello generale. Dipende solo da te e Dio, personalmente e in coscienza. La chiesa può solo dirti che se la tua situazione familiare è irregolare (e lo è dal momento che convivi con una persona che non hai sposato in chiesa, piaccia o no, questa è la nostra fede) e dunque non sei autorizzata ad accedere ai sacramenti. Posto questa premessa, se poi sia giusto o meno negare questi sacramenti a chi li implora pur essendo in una situazione di peccato (peccato continuato e non rimediabile) è un altro discorso e non riguarda direttamente il sacramento matrimoniale. Mi auguro che Dio illumini tutti quanti e si possa rivedere questa norma che davvero mi sembra ingiusta e ingiustificata.

  9. perché noi poveri divorziati e risposati non abbiamo possibilità di fare comunione mentre i ricchi possono la chiesa è rimasta all’ottocento è sempre capitalista ed in questo caso dittatrice dobbiamo CAMBIARE RELIGIONE X ESSERE IN PACE CON NOI

    • Caro Pietro, è la rabbia che ti fa parlare così: su questo argomento la Chiesa non fa alcuna distinzione fra ricchi e poveri.
      Solo la coscienza personale fa la differenza, per cui la pace che reclami non può venire cambiando qualcosa fuori di noi, ma cambiando il nostro cuore.

      • Non approvo i toni di Pietro, ma forse la sua frustrazione dipende dal sentito comune (non so quanto suffragato dai fatti) che per le persone benestanti sia più facile ottenere la nullità del matrimonio da parte del Tribunale della Rota Romana.

        Mi ricordo anche il polverone (più che altro mediatico) di quando Silvio Berlusconi prese la comunione pur se divorziato e risposato. Molti sentirono che l’ex Presidente del Consiglio, in qualità della sua posizione, avesse avuto quasi una “dispensa” che ad altri divorziati e risposati fosse negata…

  10. Buonasera sono divorziato da 20 giorni mi ero sposato in comune e dopo in chiesa ho 3 figli.ieri la mia ex moglie si è sposata in chiesa cosa mi comporta com’è possibile grazie spero in una risposta buona notte.

  11. io vorrei sapere questo: io sono un uomo single, libero…non mi sono mai sposato; se mi fidanzo con una donna separata o sposata io commetto adulterio?

    • Caro Mario, secondo la Chiesa e secondo il Vangelo, avere rapporti sessuali con una donna sposata significa commettere adulterio con lei. La separazione o il divorzio, secondo la fede cattolica, non sciolgono dal matrimonio contratto, quindi…

      • Ma se due persone si innamorano, come si puo’ andare contro natura? come si puo’ limitare l’amore?si parla sempre di sesso..ma due persone quando si innamorano non possono chiedere il permesso ai precetti…accade e basta….. Io capisco benissimo cosa dice la chiesa e il vangelo, forse sarebbe piu’ logico sposarsi solo in comune cosi da non risultare in un eventuale peccato…; E’ chiaro che un Matrimonio e’ per sempre…..infatti il problema e’ di chi sceglie di sposarsi in chiesa…; Quindi una persona adultera non puo’ accostarsi ai sacramenti? e quindi anche la persona che non e’ sposata e decide di fidanzarsi con una persona sposata…giusto?..Nel buddismo ad esempio non esiste questo precetto, poiche’ il peccato coincide solo con il procurare sofferenza a qualcuno…ma se due persone si amano e si vogliono fidanzare non sono in peccato…..la cosa che non capisco e’ che gesu’ stesso ha detto di non giudicare nessuno….e lui stesso che si e’ immolato sulla croce per l’umanita’, come puo’ Lui stesso che e’ il Dio della Misericordia e amore, NEGARSI nell’ostia a un proprio figlio solo perche’ ha trasgredito un precetto ed e’ quindi secondo la “legge” peccatore?

        • Caro Mario, capisco perfettamente il tuo disagio e condivido alcune delle tue perplessità a riguardo della nostra dottrina però alcune puntualizzazioni vanno fatte.
          Intanto la nostra Fede in Dio e in Gesù Cristo nostro Signore nulla ha a che vedere con la filosofia buddista, che è una filosofia non avendo nel proprio credo l’esistenza di un Dio creatore. Noi abbiamo questa Fede e questa dottrina della Chiesa, sicuramente imperfetta, ma che decisamente ci orienta verso la salvezza in una vita futura alla quale crediamo ciecamente. Gli altri la pensino come vogliono.
          Per quello che riguarda l’amore ho un punto di vista un po’ diverso. Il fatto che accade è vero, ed una cosa meravigliosa; ciò non toglie che esso vada orientato. Significa indirizzato e mantenuto dentro i paramentri di correttezza e giustizia. Potrei farti mille esempi di amore che tu conoscerai bene, materno, filiale, fra amici, fra coniugi e fidanzati, e tutte le sfumature che possono starci dentro. Sono tutte manifestazioni dell’amore e tutte diverse, e tutte sane, se orientate correttamente. Se mi innamoro di una donna sposata non per questo cerco di sedurla a tutti i costi perché “è accaduto e basta”. E neppure se questo amore viene condiviso. Te lo immagini che cosa succederebbe se ognuno si lasciasse guidare da questa semplice convinzione? Anzi, il guaio è che troppo spesso si fa così.
          L’innamoramento è diverso dall’amore, è una attrazione fortissima verso un altra persona. Ora mentre l’amore ha come principio primo fare il bene dell’amato, l’innamoramento è incentrato più su se stessi. C’è differenza, no?
          Poi, solo per le bestie si può parlare di natura e contronatura, noi fortunatamente abbiamo una ragione che deve guidare le passioni verso i giusti lidi.
          Detto questo, chiariamo l’ultimo punto: Gesù non si nega a nessuno. La chiesa ha ritenuto che ci si possa accostare alla Santa Comunione se in coscienza ci si ritiene degni. In coscienza, ma una coscienza formata in Gesù Cristo. Per questo chi si trova in una situazione di palese trasgressione non potrebbe accostarsi ai Sacramenti.

  12. Buonasera, volevo esporre il mio caso. Frequento da 3 anni una donna separata con due figli, di cui uno disabile, l’ex marito della mia compagna faceva uso di droghe e all’insaputa della moglie portava pure donne in casa. Insieme ci siamo informati per l’annullamento alla Sacra Rota, ma l’ex marito si rifiuta di affrontare la cosa e non è disposto a rilasciare uno scritto delle sue colpe. Il mio desiderio è quello di potermi sposare in chiesa e creare una famiglia serena,ma alla fine risulto un peccatore e per colpa di una persona codarda non potro confessarmi è non potro’ essere padrino del figlio della mia compagna per la Cresima, desiderio del bambino. C’e un rimedio per far si che almeno uno dei miei due desideri si realizzi?

    • Ho letto con senso di via partecipazione il tuo grido di sofferenza, che parte da un animo sensibile e nello stesso tempo doppiamente ferito. Mi ha toccato soprattutto il tono delle tue più che legittime domande, ed è questo il motivo che mi ha invogliato a scriverti queste righe con senso di sincera amicizia e vicinanza. Per quel che riguarda la domanda presso il tribunale ecclesiastico per un eventuale annullamento, mi pare che sia esposta in maniera molto vaga, perchè ritengo che è solo relativamente importante, e non ha alcuna rilevanza, una eventuale confessione di colpe da parte del marito, in quanto quel che conta sono le ragioni motivate da prove e testimonianze convincenti che fanno pensare che questo matrimonio ha avuto alla base una mancanza di forma che lo rende di per sè nullo. Quindi la cosa è da esaminare con accuratezza tutta la questione tramite una persona competente in materia. Per la seconda questione, da tutto l’insieme capisco che per il momento non si tratta di una convivenza ma di una frequentazione, anche se molto intima, e che da un punto di vista formale (visto che in questi casi si tratta di formalità, perchè il giudizio spetta solo a Dio) non può essere invocata una inabilità a fungere da padrino, anzi lasci trasparire un sincero e profondo sentimento religioso e di fede vissuta che in fondo è la condizione base per fare da padrino. Per il resto l’appello alla misericordia di Dio, che si esprime anche tramite il sacramento della Penitenza, può accompagnare il cammino per assumersi questa sentita responsabilità di ordine spirituale, che viene desiderata anche dal ragazzo interessato. Si percepisce dall’insieme che in questo caso non è solo una pura formalità di “avere o essere un padrino”, ma pa percezione di una fiducia da parte di chi chiede e di senso di responsabilità educativa da parte di chi è richiesto di assumersi un impegno del genere. Che il Signore ti accompagni e guidi nella pace e nella verità il tuo cammino.

      • Padre, la ringrazio di cuore per le bella parole che mi detto e per la speranza che mi ha dato. Un abbraccio affettuoso. Grazie ancora

  13. salve sono marcello,. e vorrei esporre un mio quesito.
    sono divorziato da 7 anni ho due figli michele 27 e fabiana 22 che sono andati a vivere con la mamma , uno ha sposato
    il 31 settembre , ma sono nel mio cuore come sempre !! io non convivo con nessuno ma sento il desiderio di
    fare la comunione e quando vado in chiesa , mi scendono le lacrime perché mi sento in colpa ,vorrei sapere cosa posso fare per essere in pace con me stesso e col signore nostro Dio.. sento che mi succede di tutto mi va tutto storto, vorrei ssapere come fare per essere felice ancora con una donna , e soprattutto se la parola (Amore) vale anche per noi che abbiamo sbagliato forse più deglia altri… grazie

    • Caro Marcello, comincio col dirti con le parole del Vangelo che davanti a Dio siamo tutti peccatori, ma non per questo il Signore ci ha voltato le spalle; anzi proprio per rimediare a questa nostra debolezza “costituzionale” ha pagato con la sua vita. Siamo dunque peccatori sì, ma perdonati in forza del suo amore. Per questo la pace che il Signore ci ha donato è già a portata di mano basta accoglierla nel proprio cuore.
      Detto questo, dimentica il senso di colpa che non serve a niente e rientra in te vivendo pienamente la dimensione spirituale che solo il Signore Gesù può donarti.
      Da parte tua accostati con cuore umile alla santa Eucarestia e ricevine tutto il frutto che Egli può donarti.
      Potrai ricevere un ulteriore conforto se ti accosti al sacramento della Riconciliazione. dove potrai sentire con le tue orecchie il perdono accogliente del Signore.
      Auguri.

  14. Salve, il mio compagno si è sposato con la prima moglie in chiesa, il matrimonio è durato poco perchè non sarebbe nemmeno dovuto cominciare, poi ha conosciuto un’altra con la quale ha avuto 2 figli dopodichè si è sposato con questa per i figli in comune. Dopo 15 anni si è separato anche dalla seconda moglie per altri problemi e tradimenti da parte di lei e stà aspettando di avere i soldi per avviare il divorzio, ovviamente continuando a mantenere i figli. Nel frattempo la prima moglie è venuta a mancare due anni fà. Lui voleva sapere se mai si potesse sposare con me in chiesa e se sì, quanto tempo dovrebbe aspettare. Attendo una sua risposta. Grazie

    • Cara Evelyn, devo confessarti che non saprei cosa risponderti perché non sono un canonista. Però mi chiedo e ti chiedo: perché non chiedere informazioni al parroco della chiesa che frequenti tutte le domeniche?
      Il matrimonio cristiano prima di essere un atto giuridico è regolato da precise predisposizioni morali. Appunto l’essere cristiani che include la frequenza assidua e costante dei sacramenti (primo fra tutti la santa Eucarestia della celebrazione domenicale) e l’adesione piena e consapevole al concetto sacramentale del matrimonio. Con queste premesse da parte di entrambi, se ne può discutere, ma senza, si rischia di volere celebrare solo un Rito esteriore quanto inutile. Riflettici bene alla luce dei trascorsi del tuo compagno.

  15. Carissimo Saverio, grazie ancora per la sua risposta. Vorrei, in coscienza, dirle solamente questo: é vero che quando ho sposato mia moglie pensavo di amarla, ma é vero anche che una persona che nasconde al proprio marito delle cose molto importanti, e non sono da poco, significa mentire sopratutto davanti a Dio oltre che a me stesso. Se lei, nella sua coscienza, ammettesse tutte le menzogne che mi ha nascosto da quando ci siamo conosciuti, allora potrebbe lasciarmi libero… libero, se Dio vorrà, di rifarmi una mia vita, di avere accanto una persona che non ti nasconde niente e che sopratutto ha dei valori e crede veramente nel matrimonio, quello vero, perché ho il dubbio che lei mi abbia sposato solo per rimediare al fatto che aspettavamo nostro figlio. Credo di avere il sacrosanto diritto di rifarmi una vita e pensare sopratutto al bene di mio figlio, perché cresca con i giusti valori e i princìpi che mi sono stati insegnati dai miei genitori. Sono un peccatore come tanti, questo é vero, ma in tutta onestà e considerata anche la mia età, non mi sembra “giusto” che io, e sopratutto mio figlio, paghiamo le conseguenze di una persona che conduce una vita deviata. Non lo trovo giusto! In ogni caso sto procedendo per la richiesta di nullità, e in tutta onestà spero e mi auguro che ci siano i presupposti perché il matrimonio sia reso nullo. Grazie ancora. Giovanni

  16. Salve. Io vivo in una situazione assurda. Sono ancora legalmente sposato in chiesa, e quindi civilmente perchè avevamo scelto il matrimonio concordatario, e ho un figlio ancora minorenne. Ho appena scoperto che mia moglie mi tradisce da tempo con una persona e con questa hanno deviazioni sessuali (fanno sesso con altre persone e porcherie varie che non oso commentare). Ho delle persone che possono testimoniare ed ora io mi sto attivando per chiedere non solo la nullità del matrimonio, ma anche la separazione con addebito. Io non conosco il passato di mia moglie, ma lei mi ha mentito moltissime volte sul suo passato e ha distrutto la nostra famiglia. Lei vive in un altra regione e si è portato via, con l’inganno mio figlio. Io credo in Dio, e ho fatto nella mia vita dei percorsi di fede, e ora mi sto ponendo il dubbio se posso fare la comunione o no, dal momento che se anche ancora le procedure per la separazione e l’annullamento non sono iniziate, viviamo separati. Io non ho nessuna relazione e non convivo con altre persone, e in questo momento sto pensando solo al bene di mio figlio e richiederne l’affidamento, per crescerlo ed educarlo nei valori in cui io stesso credo, ma mi sento male al pensiero che, anche se ogni domenica vado a messa, non sto facendo la comunione. Mi può aiutare? Grazie. Giovanni

    • Carissimo Giovanni, partecipo del tuo dolore e della tua delusione: non c’è nulla da aggiungere tranne che, per quanto triste, questa tua esperienza la fanno moltissime altre persone.
      Allo stato attuale, a prescindere dalle separazioni o annullamenti del vincolo matrimoniale, posso dirti in tutta tranquillità che dal momento che non vivi altre relazioni, non c’è alcun ostacolo che ti possa impedire di accedere alla santa Comunione. Non si è obbligati, neppure dal diritto canonico, a convivere con una persona che ci rende la vita impossibile per svariate ragioni e men che meno se siamo stati di fatto abbandonati.
      Dunque accostati in piena serenità al sacramento dell’Eucarestia e ti auguro di riceverne la forza necessaria per vivere la tua vita di fede senza essere schiacciato dai sentimenti negativi che giustamente provi ancora nei riguardi di tua moglie. Tanti auguri e coraggio di cuore.

      • gentilissimo,
        la ringrazio per la sua risposta e per avere capito la mia situazione. Vorrei sottoporle alcune questioni perché mi sto attivando per la richiesta di nullità del matrimonio.
        1) – Ho sposato mia moglie perché é rimasta in cinta e i suoi familiari la volevano fare abortire. Esiste in questo caso una costrizione?
        2) – Mia moglie non ha mai voluto figli, ed il fatto che è rimasta incinta è stata una cosa inaspettata per lei. Durante il matrimonio abbiamo parlato moltissime volte di avere altri figli ma lei non ne voleva sapere;
        3) – Mi ha nascosto di avere l’epatite C, anche se negativizzata, prima di ogni nostro rapporto sessuale, che sono avvenuti prima di sposarci. Sono venuto a conoscenza che lei aveva l’epatice C solo dopo il matrimonio, in alcuni esami che lei aveva effettuato e che io ovviamente ho visto.
        4) – Mia moglie ha un passato di tossico dipendente, ma non mi ha mai raccontato della vita che faceva, che poi ho saputo che frequentava e aveva rapporti con “personaggi della malavita”, ed ha continuato ad averli dopo il matrimonio, nonostante io lo persuasa più volte a stare lontana da questi personaggi;
        5) – mia moglie, prima che io la conoscessi, soffre di grave sindrome depressiva (ho i certificati medici), e più volte ha tentato il suicidio prima che io la conoscessi.
        Ci sarebbero altri punti, ma vorrei avere un suo parere se esiste la possibilità, con documenti e testimonianze, per rendere nullo il matrimonio in chiesa. Sono consapevole del fatto che ho cercato di dare alla mia famiglia tutto l’apporto necessario per andare avanti, ma i fatti, purtroppo, dimostrano il contrario. Grazie ancora per la sua comprensione.
        Giovanni

        • Carissimo Giovanni, sciogliere un matrimonio con tutte le clausole ed i cavilli legali pone il problema solo su di un piano giuridico di cui non sono francamente esperto. Ma mi chiedo e ti invito a riflettere: che senso ha procedere legalmente su di una questione che ha toccato e ferito il cuore? Sei stato deluso, ferito, umiliato da questa donna, è vero; ti sei separato perché non trova più spazio dentro la tua vita, d’accordo. Ma non puoi ingannare te stesso e tanto meno il Signore: quando l’hai sposata lo hai fatto consapevolmente e con amore e dunque davanti a Dio questo matrimonio è valido a tutti gli effetti e dunque in coscienza secondo la nostra religione non può essere sciolto. Ciò non toglie che tu possa far valere i tuoi diritti civili ma tentando di recuperare i buoni sentimenti che sicuramente albergano dentro di te. Dopotutto, da quello che testimoni, la vita di questa donna deve essere stata tutt’altro che facile perché talvolta le vicende della vita ci travolgono e ci conducono là dove nessuno di noi vorrebbe.

          • Mi meraviglio della risposta che ha dato al sig Giovanni se, come mi sembra, vuol essere questo un posto di chiarimento circa le situazioni regolari o irregolari all’interno della Chiesa. E’ vero che ammette di non essere esperto…ma se vuole semplicemente dire la sua, che almeno sia fedele alle regole della Chiesa.
            Il vissuto di Giovanni sembra essere un elenco quasi completo di possibilità di nullità di matrimonio. Manca l’uxoricidio poi c’è tutto. Al di là dell’aspetto giuridico, la Chiesa mette al primo posto la coscienza dell’Uomo. Se il Sig Giovanni avesse saputo prima di sposarsi le cose che ha saputo dopo, si sarebbe sposato lo stesso? Se la risposta è sì, il matrimonio non può essere considerato Nullo; se la risposta è no, allora è già Nullo, poiché non celebrato nella verità. Che poi riesca o meno a dimostrarlo con prove e controprove, quello è altro. Ma nullo lo è. Gianni

  17. Salve,io avrei una domanda piu particolare.
    Se uno è separato consensuale,ognuno per conto suo. Nessuna intenzione di divorziare per non regalare soldi agli avvocati.
    Però uno si trova nella decisione ,o di annullamento canonico,perché potrebbero starci i requisiti,oppure scegliere l articolo 1469 del catechismo della chiesa cattolica per non distruggere la cellula del sacramento. Ovviamente senza fare adulterio seguendo sempre le regole di Dio ecc. In questa situazione si può prendere l’Eucaristia della comunione?

    • Caro Graziano, francamente non saprei cosa dirti. Non so nulla del tuo matrimonio, dei motivi della separazione, del tuo cammino di fede, del tuo sentimento sulla Eucarestia….
      Non possiamo ridurre un meraviglioso beneficio che il Signore ci ha lasciato donando se stesso come nutrimento spirituale ad una semplice questione legalistica: posso…non posso fare la Comunione.
      La fede in Gesù Cristo, unico e personale salvatore è molto di più: è una scelta di vita. Spesso totalmente difforme dal costume e dal sentimento di questo nostro mondo.
      Come dirigere le nostre scelte? Impregniamoci di Cristo e seguiamo la nostra coscienza. Di più non saprei dirti.

  18. salve magari nn mi sono spigata bene nn ho ancora i sacramenti ne battessimo e neanche la cresima ,.. e il matrimonio e stato fatto in albania solo civilmente , e poi divorziata … e mi hanno detto che serve un foglio da roma ,,, solo che mancano poce settimane alle nozze abbiamo preparato tutto anche xke il nostro parroco mi aveva detto che nn cera nussun problema xke il matrimonio essendo fatto in albania e civilmente nn in chiesa ,, nnsapiamo cosa fare mancano 5 settimane al matrimonio ….grazie dela sua risposta

    • Gentile Bruna,
      per sposarsi in chiesa, col matrimonio cristiano, occorre essere battezzati e cresimati, sacramenti che ci “iniziano” al cristianesimo. Di questo devi parlarne col parroco, naturalmente. Devi comunque potere dimostrare che sei libera e dunque esibire i documenti dell’avvenuto divorzio dal precedente matrimonio civile contratto in Albania.
      Parlane col parroco che deve celebrare le nozze, recupera i documenti necessari e vedrai che tutto si aggiusta.
      Eventualmente puoi rivolgerti anche alla Curia della tua città e sicuramente potranno aiutarti.

  19. Buonasera. Vorrei esporre il mio caso.
    Io sono vedovo dal 1999 (ho 60 anni) e la mia compagna era divorziata (abbandonata dal marito, che abbandonò anche i figli). Da un paio di anni l’ex marito della mia compagna è deceduto, quindi ora siamo ambedue vedovi. Dopo un “fidanzamento” durato circa 9 anni, ora da circa 2 anni conviviamo. Abbiamo infatti atteso che i figli si sistemassero. Due sono sposati (uno mio e uno suo) e uno vive solo essendo ancora scapolo.
    Noi vorremmo sposarci, ma mio figlio mi ha fatto capire che non accetterebbe mai da me un secondo matrimonio. Preciso che siamo credenti e abbastanza osservanti, inoltre siamo iscritto all’UNITALSI, con relativa frequentazione, io come aggregato e la mia compagna come effettiva, essendo stata anche diverse volte a Lourdes con il treno bianco per assistere i malati.
    Il fatto che io e la mia compagna conviviamo da 2 anni ci impedisce di ricevere i sacramenti e quindi la comunione. Sembra però che non ci sia univocità di giudizio da parte dei sacerdoti, infatti uno si è detto possibilista verso la possibilità di ricevere la comunione e ha chiesto di incontrarci.
    Cosa dobbiamo fare? Dobbiamo andarci, confessarci e ricevere eventualmente il sacramento della comunione o questo prete sbaglia? Ci è stato anche riferito di “matrimonio senza effetti civili”, che forse potrebbe indurre mio figlio ad accettarlo, anche se le sue ragioni non sono di interesse economico, ma di attaccamento a sua mamma, mia prima e finora unica moglie. Grazie anticipatamente per l’eventuale risposta.

    • Caro Manlio, credenti e “abbastanza”osservanti affermi, allora non cercate scorciatoie o cavilli legali: sposatevi in chiesa e tutto torna in ordine.
      Capisco l’atteggiamento del figliolo che rimane attaccato all’amore materno, ma convivere con un’altra donna o sposare un’altra donna mi sembra la stessa cosa. Anzi sposarla mi sembra più serio e più responsabile. Con i sentimenti degli altri nessuno ha diritto di “giocare”. Se vi amate tanto da volere vivere insieme, allora sposatevi e presentate questo amore al Signore perché lo benedica. Un amore nuovo non cancella di certo quello che hai provato per tua moglie: l’amore non si impoverisce se lo diamo a molti, anzi si moltiplica. Se poi tuo figlio non capisce, pazienza. Ma io credo che capirà.
      Auguri e fate diventare quell'”abbastanza osservanti” in costantemente osservanti.

  20. Buon giorno ,sono una ragazza albanese sono stata sposata solo civilmente in Albania ,adesso convivo con un ragazzo italiano e abbiamo un bimbo di 2 anni volevamo sposarci in chiesa abbiamo preparato tutto ma il nostro sacerdote ci ha chiamato dicendo che nn posso sposarmi in chiesa xke sono divorziata e che serve annullamento dal vaticano … e manca 5 sett dal matrimonio ,,, nn ce l’ha detto prima … Aiutoooooooo nn so piu cosa fare

    • Cara Bruna, da quello che mi dici, cioè che sei stata sposata solo civilmente, non ci sarebbe alcun ostacolo a sposarti regolarmente in chiesa con tutti i sacramenti necessari già ricevuti (battesimo e confermazione). Nessuno potrebbe annullare un sacramento mai celebrato. O non ho capito io qualcosa o non ha capito il parroco.
      Mi sembra il caso di chiarire.

  21. Cara Barbara, intravedo tanta rabbia e tanto dolore dietro a questa domande. Sentimenti che offuscano una chiara visione della realtà. Possiamo giustamente reclamare una revisione del diritto matrimoniale che sia applicata caso a caso e conceda, ove possibile, l’accesso ai sacramenti ai divorziati, ma come possiamo entrare nella coscienza delle persone e giudicare che sia “un colpo di fortuna” la morte del coniuge che ci concede di risposarci in chiesa? Io credo che nessuno lo possa pensare. Il matrimonio come ogni azione umana, dovrebbe essere mossa dall’amore: questo è il cristianesimo e questa è la nostra fede. Al di là di questo punto fermo possiamo solo parlare di leggi, diritto canonico, ingiustizia, matrimoni “aberranti”, ipocrisie e quant’altro. Però con la fede in Gesù Cristo non c’entrano proprio niente.
    Ti inviterei a metabolizzare la rabbia ed il dolore e ripristinare una visione più serena della realtà.

  22. Buongiorno,
    avrei una domanda importante da fare.
    Un uomo lascia la moglie per un’altra donna. La moglie si consuma lentamente nel dolore di questa separazione fino a morire.
    A questo punto l’uomo non è più visto dalla chiesa cattolica come colui che non poteva neanche accedere ai sacramenti, bensì all’improvviso ottiene addirittura il placet della chiesa cattolica per risposarsi in chiesa. So che per la dottrina della Chiesa, un matrimonio è indissolubile “finché morte non li separi”. Dunque se l’ex moglie viene a mancare l’altro è libero di risposarsi. Mi chiedo se dietro a questa situazione non ci sia un’enorme ipocrisia!!! Possibile che addirittura la morte del coniuge tradito ed abbandonato si trasformi in un colpo di fortuna per il traditore che può addirittura risposarsi in chiesa!!! Credo che la chiesa dovrebbe permettere ad un vedovo/a inconsolabile di rifarsi una vita; non a chi ha distrutto la vita dell’ex-moglie!!! Un figlio che ha assistito al lungo dolore della madre fino alla fine, cosa deve pensare di questo nuovo, aberrante matrimonio religioso?

  23. Buongiorno vorrei sapere se essendo io una divorziata da rito solo civile posso risposarmi in chiesa con il mio attuale fidanzato celibe e quali documenti occorrono.grazie

    • Cara Laura, naturalmente puoi sposarti in chiesa, visto che non l’avevi fatto prima. Per i documenti necessari è opportuno parlarne col parroco della chiesa che celebrerà le nozze.
      Auguri

  24. Buongiorno Simona, come postato nel commento precedente, alla morte di uno dei coniugi, l’altro è libero, dunque può tranquillamente risposarsi in chiesa.
    Auguri

  25. buongiorno, vorrei chiarimenti, se una persona è divorziata e il suo ex marito viene a mancare, questa persona puo’ risposarsi in chiesa?

  26. Cara Adriana, secondo la dottrina della Chiesa, un matrimonio è indissolubile “finché morte non li separi”. Dunque alla morte di un coniuge, l’altro è libero. Se una persona divorziata cessa la nuova relazione irregolare (per scelta o per morte del coniuge) può accedere legittimamente ai sacramenti. Lo stesso varrebbe se le persone conviventi si astenessero volontariamente dai rapporti sessuali.

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