Corpus Domini… piccole curiosità

Un festa che invita alla riflessione... soprattutto sul suo significato

L’11 agosto 1264Papa Urbano IV promulgò la Bolla “Transiturus” che istituiva per tutta la cristianità la festa del Corpus Domini, fissandone la celebrazione al giovedì che segue la prima domenica dopo la Pentecoste.
La festa è passata, e tuttora si celebra, con la dizione di Corpus Domini, in latino, che significa Corpo del Signore. Non si fa menzione del Sangue del Signore. Non è un caso.

Si celebra la festa solenne del SS. Corpo e Sangue di Cristo e tuttavia nel momento della Comunione verrà distribuita ai fedeli solo la specie del pane, cioè l’ostia, che francamente neppure somiglia al pane! Così nella stragrande maggioranza delle chiese cattoliche.
Anche nella processione che si compie in moltissime diocesi, verrà trasportata solennemente solo la specie del pane.
Nei tabernacoli di ogni chiesa solo la specie del pane rimarrà custodita e solo la sacra Ostia viene esposta all’adorazione dei fedeli durante le celebrazioni.

Del vino-sangue di Cristo nulla

Gesù ha scelto nell’ultima cena il pane e il vino per annunciare la sua morte sulla croce e per rendere partecipi quanti ne avrebbero mangiato e bevuto della nuova alleanza con Dio. Il pane spezzato rimanda al suo corpo immolato: «Questo è il mio corpo per voi… mangiate». Il vino rimanda al suo sangue versato: «Questo è il mio sangue dell’alleanza… bevetene tutti».
I due punti di riferimento nelle parole e nei gesti di Gesù sono inscindibili
.

Ma nel Concilio di Trento è stato stabilito che «il popolo può ricevere il Corpo senza il Sangue, senza che ne derivi alcun inconveniente, perché il sacerdote offre e consuma il Sangue a nome di tutti; inoltre perché […] in ciascuna delle due specie Cristo è contenuto per intero» (san Tommaso d’Aquino, Summa Theologiae, III, q. 80, a. 12, ad 3). Perciò, sotto la specie del pane è presente anche, per «concomitanza», il preziosissimo Sangue.
Nel corpo c’è anche il sangue… può esistere un corpo senza sangue?” lo ha detto il sommo teologo Tommaso d’Aquino! Dunque è tutto chiaro!
Allora perché è obbligatorio celebrare con il pane e con il vino? Se nel pane Cristo è presente sia col corpo che con il sangue…
Allora perché il sacerdote ha l’obbligo (l’obbligo, pena l’invalidità del sacramento!) di accostarsi ad entrambe le specie del pane e del vino?
Non si era detto che nella specie del pane c’è Cristo tutto intero…?

Gesù ha scelto il pane e il vino, l’uomo ha deciso solo il pane. 
Secondo me qualcosa non funziona.

Certamente oggi direi che questa trascuratezza è nulla se la memoria del gesto di Gesù viene svuotato del suo significato essenziale: essere in comunione con Cristo altro non è che fare come lui ha fatto, cioè si è fatto pane ed ha versato il proprio sangue per amore. Tant’è che nel Vangelo di Giovanni invece dell’istituzione del sacramento si parla di lavare i piedi ai fratelli.

Saverio Schirò

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