Come cercare Gesù: Zaccheo ed Erode

 

 Quando leggiamo il Vangelo, che è Parola di Dio e contiene un messaggio che deve attraversare il tempo, i luoghi e le culture, dobbiamo saperci soffermare su particolari che a prima vista sembrano insignificanti o addirittura inutili.
Invece, se sono stati scritti un motivo c’è, anche se a prima vista non lo comprendiamo. Allo stesso modo, bisogna stare attenti a non esagerare con i significati nascosti (allegorici direbbero certi interpreti del Medio Evo) facendo dire all’evangelista cose che non sono.
È lo Spirito Santo che ha ispirato la mente dello scriba ed è lo Spirito santo che ci guiderà alla retta interpretazione.

Parliamo adesso di due personaggi di cui Luca ci parla nel suo Vangelo e notiamo quanto sono singolari i comportamenti di questi uomini davanti a Gesù e di come lui stesso si comporta di conseguenza. La retta comprensione ci può essere di valido aiuto a comprendere per quale motivo non riusciamo a progredire nel cammino di fede, o peggio neppure ad intraprenderlo.

La fede non è il risultato di una idea filosofica. Non è una adesione intellettuale. Non è una presa di posizione a favore di una teoria, per quanto bella e affascinante.
La fede è l’adesione ad una rivelazione che ci fa sentire che Dio ci ama! Così come siamo. È l’accoglienza di questo amore, una risposta che diventa vita vissuta. Come ogni relazione, anche quella con Dio nasce da un incontro: l’incontro spirituale ma realissimo con una persona: Gesù Cristo!

Molti credono in Lui, ma non hanno fede. Credono per educazione, per convinzione per mille ragioni… ma Lui non l’hanno mai incontrato, per questo la loro vita non cambia.

Non sappiamo la ragione di questo mancato incontro… è un mistero troppo grande; possiamo però dare qui delle indicazioni alla luce di ciò che ci testimonia il Vangelo.
I racconti dell’incontro tra Gesù e Zaccheo e quello tra Gesù ed Erode ci aiutano a capire…
Leggiamolo con attenzione e poi riflettiamoci sopra, potrebbe essere molto utile.

Lc 19, 1-9
Entrato in Gerico, attraversava la città.
Ed ecco un uomo di nome Zaccheo, capo dei pubblicani e ricco, cercava di vedere quale fosse Gesù, ma non gli riusciva a causa della folla, poiché era piccolo di statura.
Allora corse avanti e, per poterlo vedere, salì su un sicomoro, poiché doveva passare di là.
Quando giunse sul luogo, Gesù alzò lo sguardo e gli disse: “Zaccheo, scendi subito, perché oggi devo fermarmi a casa tua”.
In fretta scese e lo accolse pieno di gioia.
Vedendo ciò, tutti mormoravano: “È andato ad alloggiare da un peccatore!”.
Ma Zaccheo, alzatosi, disse al Signore: “Ecco, Signore, io do la metà dei miei beni ai poveri; e se ho frodato qualcuno, restituisco quattro volte tanto”.
Gesù gli rispose: “Oggi la salvezza è entrata in questa casa, perché anch’egli è figlio di Abramo.
È un brano che conosciamo tutti, confrontiamolo con questo altro brano sempre di Luca:

Luca 23, 8-9
Vedendo Gesù, Erode si rallegrò molto, perché da molto tempo desiderava vederlo per averne sentito parlare e sperava di vedere qualche miracolo fatto da lui. 
Lo interrogò con molte domande, ma Gesù non gli rispose nulla.

Quali somiglianze? Quali differenze si riscontrano in questi due incontri con Gesù?
Perché a Zaccheo Gesù dice: “Oggi la salvezza è entrata in questa casa” e ad Erode non dice neppure una parola?

Le somiglianze:
Entrambi erano peccatori e traditori del popolo di Israele
(Zaccheo era pubblicano, Erode, Re straniero)
Entrambi erano ricchi
(Zaccheo, capo dei pubblicani e ricco – Erode era addirittura re!);
Entrambi avevano desiderio di vedere e incontrare questo famoso Gesù
(Zaccheo: cercava di vedere quale fosse Gesù – Erode: da molto tempo desiderava vederlo per averne sentito parlare);
Entrambi provano grande gioia nell’averlo in casa loro
(Zaccheo: In fretta scese e lo accolse pieno di gioia Erode: Vedendo Gesù, si rallegrò molto) ;

Dove sta la differenza?
Per cogliere la sottigliezza delle differenze bisogna soffermarsi su un particolare stranissimo riportato da Luca: Zaccheo sale su un albero per vedere Gesù! Che motivo aveva di notare questo gesto? Apparentemente sembra una banale curiosità letteraria ed invece nasconde la chiave di interpretazione di questo passo.
I gesti, ieri come oggi, denotano l’atteggiamento del cuore: non conta ciò che dici, conta ciò che fai e questo cambia le cose.
La differenza tra Zaccheo ed erode si riduce nell’atteggiamento interiore che li distingue. Entrambi volevano vedere Gesù, ma solo Zaccheo desidera “incontrarlo”!
Egli soltanto si dispone con lo spirito di accoglienza e per questo fa dei passi concreti incontro a Gesù (corse avanti e salì su un sicomoro); spoglia se stesso dalla condizione sociale (sale su di un albero come un ragazzino); rinuncia ad ogni preconcetto e pregiudizio, alle sue idee e quant’altro. Per questo, cambia la sua vita:”Ecco, Signore, io do la metà dei miei beni ai poveri; e se ho frodato qualcuno, restituisco quattro volte tanto”. Gesù non glielo aveva chiesto, è lui da solo che sente l’esigenza di riparare ai peccati commessi.
Erode, invece, rimane lì al suo posto, con lo scettro, la corona ed i suoi abiti magnifici. Pretende che sia Gesù a piegarsi alla sua volontà ed alle sue esigenze. Pretende che gli faccia un miracolo se no non crederà in lui…

Quanto è simile alle nostre pretese! Se Dio esiste allora deve… deve… deve…
DEVE! non diciamo così? È Dio, il Creatore che DEVE piegarsi alla nostra volontà se no….!
E Lui tace, non ci dice neppure una parola, hai voglia di pregarlo, non ci sente, perché il nostro cuore è pieno di pretese e di noi stessi. Abbiamo le nostre idee e non vogliamo rinunciarci, abbiamo le nostre cose, i nostri idoli e non vogliamo rinunciarci… e Gesù tace.

Saverio Schirò

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