Chi ha paura dell’uomo nero?

Immigrazione e integrazione. Quale futuro per l’Europa?

Devo ammettere che sul tema dell’immigrazione ho le idee un pò confuse, perché non riesco a trovare una soluzione (teorica si intende) del problema. Intanto, a scanso di equivoci, sono lontano anni luce dalle idee xenofobe della Lega e in disaccordo con la linea dura di Salvini e del popolo di destra, ben aizzato e corroborato dal “Giornale” e da “Libero”. Questo non significa che le paure e i dubbi che animano la gente non debbano trovare cittadinanza.
immigratiLe migliaia di morti nei nostri mari hanno imposto all’Europa di cercare altre strategie per affrontare l’ondata di migranti che giornalmente salpano per la Sicilia, tuttavia si stenta ancora ad accettare l’idea che l’Italia non può sobbarcarsi il carico di questi eventi migratori solamente perchè rappresenta l’avamposto più vicino alla Libia.
Cominciamo col dire che tutti questi poveri cristi mandati alla deriva da mercanti di morte assetati di soldi e privi di un barlume di umanità debbono assolutamente essere tratti in salvo. Però ci si chiede: l’Italia e l’Europa sono in grado di assorbire tutta questa gente? Si parla di un milione di persone che pressano per salire sul prossimo barcone, costruito alla meno peggio, per affrontare un viaggio di solo andata.
Giustamente la Boldrini denuncia come la maggior parte di questi uomini, di queste donne e di questi bambini provengono da paesi in guerra e perciò stesso bisognosi di richiesta d’asilo. Mi chiedo, e senza la velatura razzista che aleggia nella mente di molti: ma come mai non si attua un piano internazionale che risolva le questioni in loco, permettendo a milioni di persone di vivere in maniera accettabile e dignitosa nei territori in cui sono nati? Ma davvero pensiamo di svuotare l’Africa, la Siria e gli altri territori in guerra e trasferire questa massa di disperati in Italia e in Europa?
Partiamo da un fattore di impatto sociale. Assistiamo all’arrivo di imbarcazioni di disperati che nella maggior parte dei casi sono giovani di sesso maschile. Persone che se accolte e integrate devono giustamente essere messe nelle condizioni di usufruire degli stessi diritti di qualsiasi altro cittadino. A prescindere dal diritto inalienabile della libertà, c’è anche quello del lavoro che permetterebbe loro di crearsi una famiglia e vivere dignitosamente.
Ci sono attualmente queste condizioni in un’Europa in stagnazione economica, in un’Italia al limite della recessione con la disoccupazione giovanile al 42%, per non parlare del Sud Italia e della Sicilia? Da un’indagine locale, dal titolo “Chi ha paura dell’uomo nero“, emerge in gran parte dei cittadini la paura del diverso (“portano malattie”, è il minimo che si sente dire), ma soprattutto la paura di perdere alcune priorità: la possibilità di avere accesso ad una casa popolare o ad un lavoro.
In un periodo recessivo come il nostro, certe paure ataviche ritornano e la guerra fra i poveri si acuisce.
Anche nel Nord, notoriamente più ricco, assistiamo alle inquietudini ed alle insicurezze degli strati più agiati della popolazione che si vedono minacciati dalle scorribande notturne di stranieri (soprattutto provenienti dall’est) che turbano i loro sonni. Qualcuno potrebbe giustamente chiedersi: ma non ci bastano i nostri guai? E’ la voce che sale dalla pancia di molti italiani, che se enunciato senza i toni xenofobi e urticanti di alcuni noti, pretende risposta.
Lo stesso appello parte dalle forze dell’ordine che già si devono misurare con le note consorterie mafiose e con la malavita spicciola, e che con un organico ridotto all’osso sono costretti ad affrontare l’ondata d’urto di questi flussi migratori. Accoglienza, identificazione e controlli. Adesso si è scoperto che in Sicilia esiste una sorta di mafia dell’immigrazione, un’organizzazione che gestisce gli sbarchi e facilita la fuga dai centri di accoglienza. Soldi a palate sulla pelle dei disperati.
immigrati-sbarcati-italia-2014Ma al di là di tutto questo, ripetiamo: l’Europa è in grado di assimilare tutta questa gente?
Qualcuno ricorda il grande esodo degli italiani in America. E’ vero, ma allora c’era bisogno di manodopera in una Nazione da ricostruire, come era da ricostruire l’Italia del dopoguerra.
Quando il signor Salvini parla di valori e dichiara che coloro che vogliono stare in Italia devono rispettarli e assimilarli, di cosa parla? dei valori cristiani? Di valori umanitari? Noo! I valori che si stanno radicando e che si rincorrono in Italia e in Europa sono il benessere, il consumismo, il narcisismo e il successo.
Per carità c’è tanta gente meravigliosa che si spende per il prossimo e che fa volontariato, ma stiamo parlando di percentuali poco rilevanti. Per stare meglio tutti, dovremmo scendere un gradino sulla scala sociale, e al di là delle lacrime di coccodrillo versate per ogni tragedia umana, chiederci se saremmo disposti a cambiare il nostro stile di vita.
Non mi pare, anche perché tra le persone che incontro e dalle notizie che apprendo dai giornali e dalla TV sembra che noi occidentali siamo sempre più bramosi di possedere e guadagnare di più e che le nostre aspettative siano di gran lunga superiori a quanto la realtà è disposta ad offrirci.
Perché allora cullare i sogni di tanti immigrati, quando i nostri stessi sogni sono abitati da fantasmi?

Giuseppe Compagno

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