(Anno A) VIII domenica del tempo ordinario

«CERCATE ANZITUTTO IL REGNO DI DIO E LA SUA GIUSTIZIA»
(Is 49,14-15; Sal 61; 1Cor 4,1-5; Mt 6,24-34)

            Vorrei iniziare la riflessione sul Vangelo di questa domenica lasciandomi avvolgere dal denso e toccante clima di contemplazione del salmista. Dalle sue intense espressioni si coglie chiaramente il suo intimo e profondo rapporto con Dio e la scelta radicale che egli ha fatto nella sua vita. Sono le parole di un innamorato che non riesce a staccare il suo sguardo da Colui che la sua anima ha scelto: «Solo in Dio riposa l’anima mia… Lui solo è mia roccia e mia salvezza: mai potrò vacillare!». Se non si parte da questo sguardo di amore, la paura di essere dimenticati da Dio, di non essere abbastanza al sicuro stando dalla sua parte ci può aggredire con facilità, lanciando il nostro cuore in una ansiosa e a volte forsennata ricerca di sicurezze alternative. Ma queste alla fine ci divorano, assorbendo tanto la nostra vita da oscurare ogni ulteriore orizzonte ed appannare così la nostra vista, tanto da non farci più scorgere la luce di Dio. Il salmista ci testimonia una profonda pace interiore che gli deriva dall’avere saldamente radicato la sua vita in Dio, tanto da suggerire al popolo di seguire il suo esempio: «Confida in Lui, o popolo, in ogni tempo; davanti a Lui aprite il vostro cuore!».

            Sion, che indica la totalità del popolo di Dio, a motivo delle dolorose vicende storiche che ha attraversato, si è sentita abbandonata da Dio, tanto da disperare del suo futuro, della sua stessa sopravvivenza. Questo smarrimento di Sion provoca un gesto appassionato di amore da parte di Dio, che dichiara la sua eterna fedeltà al popolo che si è scelto e che Egli continua ad amare, nonostante tutti i suoi tradimenti. Volendo rassicurare il suo popolo, Dio lascia sgorgare dal suo intimo una espressione di infinita tenerezza, che ancora oggi ci tocca profondamente: “Può una madre dimenticarsi del suo bambino?” Con queste parole Dio ci svela il suo amore viscerale, proprio di una madre.  Ma anche se potrebbe accadere che una madre si dimentichi del frutto del suo grembo, non potrà mai accadere a Dio, che è più che padre e madre insieme. Ed Egli lo afferma con estrema sicurezza: «Anche se costoro si dimenticassero, io invece non ti dimenticherò mai». Ma anche se per un momento queste parole ferme di Dio sembra che ci tranquillizzano, il cuore inquieto dell’uomo riprende di nuovo a dubitare ed a lasciarsi abbagliare da altre realtà, a cui si affida.

            Da qui l’ammonimento serio ed accorato di Gesù, che denuncia il pericolo estremo di questa falsa fiducia dell’uomo nelle realtà effimere ed ingannevoli di questo mondo, che gli promettono quello che mai potranno mantenere. «Nessuno può servire a due padroni», afferma Gesù, e subito chiarisce senza equivoci il suo pensiero: «Non si può servire Dio e Mammona». Dio non ha, ne può e nemmeno vuole avere dei concorrenti, perchè Egli è Unico. Fin dall’inizio ha parlato con chiarezza: “Non avrai un altro dio di fronte a me”, non possiamo mai paragonare Dio con altre realtà, per quanto possano darci l’illusione di farci sentire al sicuro. Ogni altra realtà finisce col renderci schiavi e richiedere la nostra stessa vita. La ricchezza finirà col prendere il nostro cuore e divorarlo e tenerci in pugno. Gesù è fermamente convinto dell’enorme pericolo che costituiscono le ricchezze per il cuore dell’uomo, perché esse tendono a prendere il posto di Dio.

            Dopo questa affermazione di principio, Gesù si lascia trasportare dal suo amore per il Padre celeste e parla con affascinanti e vibranti accenti poetici, che tradiscono quello che è il suo stile di vita e che egli vorrebbe far entrare nell’animo dei suoi discepoli. Conosciamo tutti queste espressioni poetiche ch evocano la bellezza degli uccelli del cielo e dei gligli del campo che sono oggetto di tenera cura ed attenzione da parte di Dio, che non si dimentica di nessuno di essi e provvede splendidamente al loro cibo ed al loro vestito. Certo che la poesia ci incanta, ma è pur vero che abbiamo a che fare con i problemi seri ed urgenti del vivere quotidiano, della mancanza di lavoro, dell’ enorme difficoltà ad arrivare alla fine del mese, dell’inadeguatezza degli stipendi a fronte delle esigenze di vita, non fittizie ma reali, dell’incertezza totale per quel che riguarda il domani, dell’ingiustizia sfacciata che consente a tanti di godere di stipendi e privilegi molto al di là dei reali bisogni, mentre c’è chi non trova altra soluzione alle difficoltà insuperabili se non togliersi la vita.

            Allora? Forse che la parola di Gesù è pura utopia e non tiene conto della dura realtà quotidiana? Forse Gesù ci suggerisce di starcene con le mani in mano aspettando la manna del cielo? Niente di più errato che intendere così le suggestioni di Gesù. Egli del resto ha conosciuto la fatica del lavoro quotidiano e si è immerso con piena responsabilità in esso. Gesù invita a non affannarsi per il domani, a non “preoccuparsi” di cosa mangeremo o berremo o di come ci vestiremo. L’accento è messo sul come noi viviamo le inevitabili esigenze del vivere quotidiano, se le esasperiamo in modo tale da farci togliere la pace, da ritenere che la nostra vita dipende dalle cose. Si può vestire in modo decente ed elegante, senza per questo non poter fare a meno di Dolce&Gabbana e via dicendo. Lo stesso vale per cibo e bevande. Gesù suggerisce un atteggiamento di fiducia che accompagni passo passo la nostra vita quotidiana: la consapevolezza di fede che il Padre nostro celeste si prende cura di noi, perché noi valiamo più degli uccelli del cielo e dei gigli del campo. Quindi “getta ogni tua preoccupazione nel Signore ed egli ti sosterrà”. Ma ci sono delle priorità da rispettare: «Cercate anzitutto il regno di Dio e la sua giustizia».

            Giuseppe Licciardi (P. Pino)

 

1 COMMENTO

  1. “…IL DOMANI SI PREOCCUPERA’ DI SE STESSO. A CIASCUN GIORNO BASTA LA SUA PENA”…la frase finale della pagina del Vangelo di Domenica appare come il “riassunto” di quello che dovrebbero essere le nostre giornate e i nostri pensieri e invece…quanto ci preoccupiamo per ogni cosa, anche per la più piccola…

    ….leggendo questa liturgia e questa riflessione sento la necessità di voler lasciare il segno della mia lettura di questa pagina perchè la sento particolarmente vicina a me!
    Quanto ci affanniamo ogni giorno per i “problemi” che ci troviamo ad affrontare, e quanto non ci rendiamo conto che siamo nulla senza l’aiuto di Dio! Dio è colui che non ci abbandona mai, Dio è così misericordioso semplicemente perchè ci ama incondizionatamente, non tiene conto delle nostre offese, ci ama e basta!….Dio non ci chiede nulla se non di far parte della “quotidianità” della nostra vita…
    Nella meravigliosa omelia del nostro caro Padre Pino è chiaramente indicato come le parole di Gesù NON sono “un’utopia che non tiene conto della dura realtà quotidiana”….i problemi al momento attuale ci sono, sono reali e a volte sono anche abbastanza difficili, ma Dio ci tiene per mano nelle nostre difficoltà anche quando queste ci sembrano insormontabili…ed anche quando nella nostra piccolezza non riusciamo ad avvertire la sua presenza, quando ci sentiamo abbandonati, Dio è sempre accanto a noi manifestandosi nei tanti volti dell’amore… nel volto di un amico, nel sorriso di un bambino, nella carezza compassionevole di una mamma, nelle tenere di parole di un sacerdote, e in tutte le piccole attenzioni che ci riescono a far sentire meno pesante il peso delle nostre preoccupazioni e in ogni situazione che “manifesta amore” Dio è lì perchè Dio è amore!

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