(Anno B) XXVIII domenica del tempo ordinario

Una sola cosa ti manca
(Sap 7, 7;11; Eb 4, 12-13; Mc 10, 17-30)

L’inizio di questa pagina di Vangelo ci offre una scena tra le più interessanti del Vangelo, perché ancora una volta ci aiuta a mettere in luce la forza e il fascino della persona di Gesù. Mentre Gesù si trova in cammino, un tale (così ce lo presenta Marco) gli corre incontro e gli si getta addirittura ai piedi. Marco insiste costantemente su un particolare che potrebbe sembrare secondario, quando ci presenta Gesù che si trova in cammino. Gesù ha davanti a sè la meta alla quale è diretto con fermezza e decisione, e non la perde di vista in nessun momento. Questo giovane entusiasta é attratto dalla persona di Gesù e si presenta a Lui come uno che é desideroso di percorrere una via di perfezione. La domanda che pone a Gesù ce lo mostra proprio in questo atteggiamento, mentre gli fa una domanda che non é facile sentire sulla bocca delle persone. «Maestro buono, che cosa devo fare per avere in eredità la vita eterna?».
Apertamente dichiara la sua aspirazione alle cose grandi, alle cose dello spirito. Gesù non vuole deludere quell’uomo e gli da subito la risposta.“Osserva i comandamenti e vivrai”. Gesù chiede la cosa più semplice e comune, di seguire la via che già era indicata chiaramente nella legge di Dio, una via che tutti sono chiamati a percorrere. Niente di straordinario. La cosa che ci interessa direttamente é l’insistenza di Gesù sui comandamenti che riguardano l’agire dell’uomo nei confronti del suo simile.

Perché in fondo é quella la verifica della buona volontà e della serietà con cui prendiamo la parola di Dio. La risposta di quell’uomo é immediata ed entusiasta: “Maestro, tutte queste cose le ho osservate fin dalla mia fanciullezza”. Questa risposta tocca profondamente il cuore di Gesù, che rimane affascinato dallo strano individuo. Ci riferisce infatti il Vangelo che, sentendolo parlare in questo modo, Gesù lo guardò intensamente e provò una grande tenerezza per lui. Egli apprezza tutto ciò che é buono e si lascia commuovere persino dai desideri e dai sogni che l’uomo riesce a nutrire dentro di sé. Coglie sempre il meglio di ogni uomo e lo incoraggia a perseguirlo. Così, Gesù gli viene incontro, dandogli un suggerimento che può aiutare quell’uomo nel realizzare pienamente il suo ideale: “Una cosa sola ti manca”, così inizia Gesù. C’é qualcosa che va oltre i comandamenti, o meglio che ci aiuta a realizzarli completamente. Osservare i comandamenti per se stessi non basta. Non possono essere invocati per mettere in evidenza la nostra persona e darci la convinzione che siamo perfetti, soprattutto se cominciamo a fare i paragoni con gli altri. I Comandamenti sono un dono di Dio e un segno che noi ci fidiamo totalmente di Lui e gli lasciamo prendere in mano le redini della nostra esitenza. Ecco perché Gesù, puntando sul desiderio di quell’uomo, gli fa la proposta di seguirlo, ma mette una condizione: “vendi tutto quello che hai e dallo ai poveri”. In poche parole gli dice di mettere totalmente la sua esistenza nella mani di Dio e di fidarsi di Lui, senza porre la sua fiducia e la sua sicurezza nelle ricchezze.

Gesù non ha niente contro le ricchezze. Solo che non può fare a meno di osservare che possono costituire un serio pericolo per l’uomo, perché gli fanno pensare che la sua e la sua felicità dipendono da esse. Le ricchezze che diventano fine a se stesse asserviscono l’uomo, mentre la ricchezza che viene condivisa e viene messa in gioco per il bene comune può trasformarsi in benedizione. Quell’uomo, che era arrivato da Gesù raggiante e pieno di entusiasmo, al sentire queste parole si rabbuia, il suo volto si oscura e se ne torna indietro triste. Tutte le sue ricchezze, che tuttavia gli rimandono, non riescono a colmare il vuoto profondo che sente dentro di sè, ora che gli é stato rivelato il segreto per essere felice, ma non trova dentro di sé il coraggio per compiere il passo decisivo. Attraveso la parola di Gesù ha scoperto che fino a quel momento era vissuto solo per se stesso, ed ora rimane solo con se stesso, e quindi con un tremendo vuoto che le ricchezze non potranno mai colmare. Non ha saputo fare la scelta decisiva, come aveva fatto Salamone: “Ho ritenuto in poco conto tutte le ricchezze in paragone alla sapienza. Essa vale più di ogni ricchezza”.
L’ultima immagine che rimane di quest’uomo è il suo volto triste. Non é riuscito a trovare la sua identità profonda, che pure gli era stata indicata. Non é riuscito a trovare il suo nome, ed é rimasto “un tale”.

Don Pino Licciardi

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