Aborto: il Papa smentisce una dottrina priva di misericordia

Papa Francesco: “In forza di questa esigenza, perché nessun ostacolo si interponga tra la richiesta di riconciliazione e il perdono di Dio, concedo d’ora innanzi a tutti i sacerdoti, in forza del loro ministero, la facoltà di assolvere quanti hanno procurato peccato di aborto”.

E sono due. Anche questo Papa mi ha dato ragione. La prima riguardava la dichiarazione di Benedetto XVI° sulla non esistenza del Limbo. Ricordo brevemente  che personalmente davo per scontato – contro i toni scandalizzati di alcuni amici devoti – che in base alla mia coscienza e alla misericordia che riconosco a Dio, i bambini non battezzati non potevano finire in un simile luogo di cui finalmente si è decretata l’inesistenza.  In pratica Benedetto XVI° cancellava quanto riportato nel catechismo di Pio XI° che fra l’altro citava; “ che i bambini morti senza battesimo vanno al Limbo, dove non godono Dio, ma nemmeno soffrono, perché, avendo solo il peccato originale, e quello solo, non meritano il paradiso, ma neppure l’inferno e il purgatorio”. Un Papa misericordioso questo Pio XI°.
Passiamo al tema che riguarda la pratica dell’aborto. Fondamentalmente sono contrario, ma allo stesso tempo tollerante nei casi in cui si pratica quello  eugenetico e terapeutico.  Non ho mai capito perché l’omicidio, che molto spesso è il frutto di una scelta premeditata messa in atto anche da grandi personaggi biblici come Davide e altri di cui decantiamo la santità, potesse essere cancellato con una semplice confessione, mentre per l’aborto – che molto spesso è il risultato di una scelta difficile – bisognava rivolgersi al Vescovo, che peraltro è quanto di più lontano possa esserci, rispetto alle problematiche personali che solo un parroco può conoscere e seguire. Ma sappiamo che molto spesso quello che per la logica e la sensibilità dovrebbe ritenersi scontato, per una certa dottrina deve passare al vaglio di esimi teologi o dottori della chiesa. Ciò che ancora oggi mi rattrista è l’atteggiamento adulatorio e remissivo di molti fedeli  che, mettendo da parte la propria coscienza (che dovrebbe essere forgiata dai lumi e dalla carta dei diritti umani) mortificano la loro indole per assoggettarsi a principi e dottrine scritte da uomini e che poco si accordano con i contenuti presenti nei vangeli. E non si tratta di semplici cittadini ma anche di una casta di ecclesiastici – che chiede sacrifici (per gli altri, naturalmente) e non misericordia – ben supportata da un certo clericalismo di fuoco che ha la sua massima espressione la firma avvelenata di Antonio Socci, supportato dal quotidiano “Libero”. Vittima sacrificale delle sue invettive il Papa stesso, la cui unica colpa è quella di abbattere muri, cercare il dialogo e il confronto con le altre fedi di radici cristiane, non avere affidato la protezione dell’Italia al manto protettivo di Maria, ma soprattutto per avere messo al centro della sua missione la misericordia, che crea tanto disgusto

Giuseppe Compagno  novembre 2016

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